LA PIU’ AMATA di Teresa Ciabatti, ed.Mondadori
pubblicato da: Mirna - 26 Novembre, 2017 @ 6:58 amE’ un n romanzo autobiografico questo  scandagliare la propria vita che Teresa Ciabatti ci regala? Sicuramente gli elementi della veridicità della storia ci sono. Ambienti collegati alla Massoneria, agli uomini politici  del secondo Novecento, la ricchezza , le famiglie intoccabili. Odore di mafia, di corruzione, di Loggia P2?
Questo il contesto sociale e storico nel quale si muove “senza grazia” la nostra protagonista.
Si sente Principessa perchè figlia del ricchissimo Primario di Orbetello, perchè ha una stupenda villa con piscina accanto a quella degli Agnelli, perchè tutti venerano il Professore, ma  si sente anche sola, nonostante il fratello gemello, perchè il padre non le fa mai una carezza, perchè la madre per un anno sembra morta (fa la cura del sonno), un anno proprio mentre i bambini di 6 anni vorrebbero condividere la scoperta della vita.
Teresa Ciabatti 44 anni, dalla bocca generosa, bei capelli, sempre in lotta con la bilancia e con il conformismo si racconta.
E la storia della sua vita finora sembra un treno in corsa con deragliamenti, sussulti, incidenti, ma  sempre in cerca di una stazione, di un porto in cui fermarsi per capire e perdonare.
Uno stile svelto, nervoso che ha il preciso scopo di sezionare come il bisturi del padre famoso il suo vissuto. E soprattutto scoprire chi era veramente suo padre. Se le nostre radici non sono chiare come può l’alberello crescere rigoglioso?
Del padre dice che era calcolatore, vendicativo, amante del potere, ma quanto desiderava essere protetta ed amata da lui!
E’ rancorosa anche verso la madre che anteponeva  ai figli il suo orgoglio ferito trovando scappatoie come la cura del sonno per un anno intero.
Finalista al premio Strega questo romanzo forte, feroce, incredibile ci parla di risentimento e amore di una famiglia.
Ripercorriamo con Teresa l’inizio dell’amore tra il padre e la madre, giovane anestesista femminista, che lentamente si farà schiacciare ed annullare da una forza ambigua più grande di lei.
Ascolteremo l’infanzia dissociata di Teresa che si sente grassa e inadeguata ma che con tutta la sua forza urla che lei è figlia del prof. Ciabatti.
Chiara, vera, coraggiosa l’autrice si dichiara un’adulta incompiuta
“Mi chiamo Teresa Ciabatti. ho quarantaquattro anni e non trovo pace. Voglio scoprire perchè sono questo tipo di adulto, deve esserci un’origine, ricordo collego. Deve essere successo qualcosa. Qualcuno mi ha fatto del male. Ricordo , collego, invento. Cosa ha generato questa donna incompiuta?”
E la scrittura è la sua salvezza e la sua compagna che sopisce questa urgenza di sviscerare ricordi ed emozioni lontani, sopiti e forse non compresi ancora completamente.
Bel libro.
Ho letto anch’io con grandissimo interesse questo libro, regalatomi proprio da Mirna! E’ stata una lettura molto gradevole e, ripeto, interessante. Gradevole perchè, al di là delle angosce esistenziali della mia omonima, i luoghi mi sono in qualche modo abbastanza familiari: ci sono stata a più riprese, li conosco e mi piace sempre leggere storie inquadrate paesaggisticamente in luoghi che ho frequentato, che non devo semplicemente immaginare seguendo quello che viene detto nelle pagine.
Ma quello che mi rimarrà maggiormente di questo libro è l’aspetto linguistico molto originale. Il racconto scorre slegato dai canoni della punteggiatura e talora anche dei legami sintattici. E’ un fluire di pensieri, ricordi, riflessioni assolutamente liberi, che riportano ai monologhi interiori, mi pare. E questa caratteristica espressiva a mio parere accentua molto l’dea di autenticità di quel che viene detto e che non può non stupire. Grazie, Mirna!