TUTTI I RACCONTI DEL MISTERO…di Edgar Allan Poe
pubblicato da: admin - 16 Aprile, 2010 @ 8:08 pmContinuo con i racconti di Poe per completare il post di qualche giorno fa sulla paura e il genere letterario horror. Lo spunto mi è¨ stato dato sia dal pomeriggio un po’ grigio che mi ha spinto a rileggere un suo racconto, sia dall’ultima Âfoto scattata a Mimilla… che ha “spaventato” persino Stefania.
Parlo de “Il gatto nero”, inquietante, terribile, con il finale da brivido.
“Non c’è¨ racconto degno di questo nome se dalla prima parola non suscita l’interesse del lettore, che deve giungere all’ultimo rigo per comprendere la soluzione finale.” scriveva Baudelaire.
In effetti tutti i racconti di questa raccolta sono un labirinto in cui il lettore è¨ costretto a proseguire fino alla liberazione finale. Sappiamo della vita difficile di Edgar Allan Poe, del trauma indimenticabile di essere lasciato fuori dalla porta della camera dove la giovane mamma stava morendo. E conosciamo i suoi tormenti, i suoi incubi, le sue visioni procurate anche dall’uso eccessivo di alcool . E conosciamo il suo terrore del Male di cui è¨ costretto a parlare per esorcizzarlo. Il Male gratuito, quello che sembra far parte dell’essere umano , senza via di scampo.
A tal proposito proprio pochi giorni fa ho sentito, con raccapriccio, che un pluriomicida americano ha rilasciato in un intervista televisiva. Con estrema freddezza dice che il Male è¨ dentro ogni uomo e che prima o poi esce. Il Male, il contrario del Bene, del Buono, ¨ ciò che mi spaventa di più. Non credo a ciò che dicono i pazzi criminali, ma Poe evidentemente era affascinato dall’oscurità della nostra mente. “…questa forma di malvagità perversa è¨ uno degli impulsi primordiali del cuore umano – una di quelle inscindibili facoltà primarie, o sentimenti che governano il carattere dell’Uomo” fa infatti dire a un suo personaggio.
“Il gatto nero” ha un inizio tranquillizzante in cui il protagonista-narratore parla del suo amore per gli animali domestici, del suo matrimonio e della decisione di prendere in casa un cane, una scimmietta, pesci rossi ed un gatto nero, molto bello e intelligente. La moglie fa allusioni all’antica credenza popolare che vede i gatti neri come delle streghe travestite, ma entrambi ne ridono. Il gatto, chiamato Plutone, instaura subito col padrone un rapporto di amore e di fiducia.
Ma ecco che progressivamente la storia incalza, varia, si deforma e ci travolge. Un cambiamento radicale investe il narratore che , per l’abuso di alcool, diventa violento, sia verso la moglie che verso i suoi animali, soprattutto verso Plutone. Una notte, tornato a casa ubriaco, gli sembra che il gatto lo eviti, si lascia prendere da una furia demoniaca e lo acceca in un occhio. Ma non è¨ finita la discesa agli inferi della malvagità , perchè¨ poco tempo dopo lo impiccherà .
Nelle bettole che poi frequenta sempre più¹ assiduamente nota per caso un gatto per molto aspetti simile a Plutone, (il cui corpo non era stato più ritrovato)…
Intanto pazientemente  la moglie subisce il suo brutale comportamento, ma un giorno per difendere il cane dall’ascia omicida del marito, viene uccisa, fatta a pezzi e nascosta nel muro della cantina, prima divelto poi ricostruito.
Credo che tutti l’abbiate letto, ma la fine è¨ eccezionale. I poliziotti indagano e non scoprono nulla. Viene visitata la cantina per l’ennesima volta e il protagonista, ebbro della sua furbizia batte col bastone il muro dove ha nascosto il cadavere della moglie esclamando con spavalderia “…signori…queste pareti sono costruite solidamente.”
Ma improvvisamente una voce lamentosa,un pianto che si trasforma in urlo sconvolgente, un ululato”per metà di orrore, per metà di trionfo” risponde al suo colpo.
Quando gli inquirenti, demolito il muro, scoprono i poveri resti della donna, vedono il gatto stravolto  con la rossa bocca spalancata …
 Spero che Michela, Enza , mia figlia e tutti  gli amanti del brivido abbiano gradito questo post.
Io devo chiedere perdono alla mia Mimilla-principessa perchè¨ le faccio fare la parte del gatto-mostro. Lei è¨ una dolcissima creatura affettuosa. Ma è¨ venuta così¬ male in questa foto…che può recitare la parte di Plutone.
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In effetti Mimilla è un pò inquietante in questa foto…
La lotta tra il bene e il Male che è insita in ognuno di noi mi ha riportato alla memoria lo splendido romanzo ( anche se inquietante all’inizio) Demian di Herman Hesse, letto da ragazza. Devo riprenderlo…
Bellissima la storia del gatto nero!!! Devo dire che la lettura di questo racconto mi ha salvato da un vero e proprio incubo…
Mi spiego meglio: quando quest’inverno ho fatto supplenza alla scuola media di rovereto, il mio incubo peggiore erano le sostituzioni dei colleghi malati…E in piena influenza A mi sono ritrovata a fare ore e ore nelle altre classi. Ogni volta che mi succedeva non sapevo mai cosa fare e come comportarmi e la paura di soccombere davanti ad un’orda di ragazzini era davvero grande.
Un giorno poi capitai nella classe peggiore della scuola, una seconda media totalmente in balia di un ragazzino ripetente che nella vita sognava di fare lo spacciatore di droga. Dunque quella mattina entrai in classe e il prof di sostegno mi avvisò, con fare molto minaccioso: “Stai attenta, è una classe un po’ difficile. Sii dura”.
Ma per fortuna quel giorno avevo come me quella che poi scoprì essere la mia arma segreta, appunto i racconti di E.A. Poe.
Così incominciai a leggere Il gatto nero e, come per miracolo, da un’estrema confusione piano piano si fece tutto silenzio e i ragazzi incominciarono a pendere dalle mie labbra.
Lessi lentamente, gustando tutte le parole del racconto (soprattutto le descrizioni più macabre) e lasciando che i ragazzi facessero i loro commenti, tra gridolini di paura e di disgusto. Prima di giungere al termine coinvolsi i ragazzi nel cercare di intuire la fine della storia, trovando così nuovi spunti di riflessione e fantasia…
Insomma quell’ora fu un vero e proprio successo. Anche il “futuro spacciatore” si appassionò ed ascoltò la storia in silenzio e con interesse.
Insomma, al suono del campanello tirai un bel sospiro di sollievo… Ero uscita indenne da quella terribile classe e mi ero conquistata la stima dei ragazzi e dei miei colleghi.
Al termine della mattinata, sul muretto della scuola, quel giorno credo proprio di aver visto un bel gatto nero strizzarmi l’occhiolino come per dirmi… “Anche questa volta gliela abbiamo fatta!!!!”
Mimilla è si un pò da “spavento” nella foto…ma se è dolce e affettuosa la vedo già più carina…In merito al “gatto nero” di Poe e riflettendo sul rapporto tra Bene e Male ( la violenza del Male urta contro il mio cuore e il mio sguardo…ma la Speranza del Bene è più forte) mi è tornata alla mente ,come un flash, dopo aver letto il tuo post, quell’opera polifonica, per me cosi’ bella, di Bulgakov “Il Maestro e Margherita”. Poi ho capito di aver collegato istantaneamente al gatto Plutone il gatto Bahemot e con ciò ho ricordato l’opera di questo autore e di quanto la letteratura russa mi abbia indotto al tentativo, mai abbandonato, di scandagliare la molteplicità ed Unicità dell’essere umano.
p.s: grazie, perchè con te rivivo giornalmente l’amore per la lettura e partecipo alle tue “riflessioni” che sento sincere e nobili. Non ci conosciamo, ma sono una trentenne( domani 31enne) medico e moglie, affezzionata al tuo blog!
Ottima scelta! pero’, credo che una futura altra foto di Mimilla in veste piu’ confortante sia d’uopo!
Ha persino l’occhio mezzo ‘ccecato…
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