VALE LA PENA? di Carla Corradi
pubblicato da: Mirna - 31 Gennaio, 2017 @ 10:05 amVale la pena vivere? si chiede Carla Corradi .
Non è una domanda facile, è una domanda che ci poniamo tutti noi esseri umani sia chiaramente che fumosamente.
Certamente un’artista e una  psicoterapeuta desidera affondare nei misteri del nostro essere e  delle nostre sensazioni quasi come un chirurgo che voglia vivisezionare ogni sussulto di emozione che fa soffrire o gioire.
Vuole conoscere e farci conoscere attraverso le parole scritte il cammino per giungere in parte a qualche risposta. Personale e universale.
Ho letto con molto interesse e partecipazione questo nuovo libro di Carla Corradi che conosco da alcuni anni come partecipante al mio gruppo lettura.
Ma già la intravvedevo lungo il Fersina, seduta al tavolino di qualche bar mentre leggeva il giornale e sono certa che tanti anni fa abbiamo fatto un viaggio insieme sulla Costa Amalfitana. Una signora bionda, riservata, dagli occhi chiari e malinconici.
Carla è anche pittrice e scrittrice. Urgente per lei la necessità di scrivere  in questo momento particolare della sua vita in cui non si è più giovani, gli amori distanti –  e non si capisce appieno  perchè –  il passato  che si incarna nel presente in un vortice di emozioni che vogliono esplodere in colori, parole, versi.
Carla cerca di sgomitolare parola dopo parola nodi irrisolti, ricordi lieti e tristi, ma soprattutto vuole capire il valore della propria vita.
Inutile negarlo c’è molta sofferenza in queste sue generose e sincere pagine. La sofferenza del vivere in modo profondo e attento. La sua attenzione ai minimi sussulti del’anima bloccano il lettore che si ritrova in molti suoi  passi:
“C’è bisogno di ricercare nelle parole quei significati che mancano alla tristezza che affiora, anche se non necessariamente motivata da fatti accaduti, ma intrinseca al momento e interna, come qualcosa che emerge inesorabile come una seconda natura o forse come la prima a cui non abbiamo saputo trovare rimedi perchè eravamo troppo piccoli o troppo soli per affrontarla.”
L’abbandono materno in ogni caso segna una persona per sempre, è questo che l’autrice ci svela e con coraggio ci racconta anche  del suo dolore per l’allontanamento del figlio.
Come ci spiega Santo Cerfeda nella  presentazione, questo libro era stato scritto soltanto per se stessa e per il suo nipotino. Un mémoire per analizzare tutti i percorsi dei pensieri e del cuore. Dalla sofferenza  ai ricordi delle persone amate e scomparse, alla solitudine, al timore curioso della morte e della malattia  e  se … nonostante tutto vale la pena vivere.
Concordo con Santo che questo suo libro dovesse essere pubblicato. Parole che anche per noi lettori rimarranno incise nei meandri della mente perchè se ognuno di noi sembra avere una vita diversa dall’altro,  ci accomuna  però il percorso attraverso l’esistenza  che come una foresta è piena di sorprese e ostacoli.
Ogni pagina ci fa fermare e riflettere e dovrei scrivere molto di più per sottolineare i punti in cui mi ritrovo o di cui vorrei discutere.
“In solitudine, viviamo. In compagnia recitiamo la vita.” Paura e necessità della solitudine che ci arricchisce e che ci fa creare.
E la felicità ? “improvvisa come le onde o il vento. La si può però ricordare, in modo da credere che esista davvero”
Tante domande anche per noi dunque posteci in modo alquanto particolare da una psicoterapeuta artista che ci parla di vicarianza come strategia per sostituire e travalicare la realtà , di resilienza ossia  la capacità di affrontare, senza rimanerne sopraffatti, ostacoli e dolori.
Per giungere infine al desiderio di coinvolgerci nel chiederci se Vale la pena?
Direi di sì e non soltanto come già le avevo risposto tempo addietro ” nell’ aprire la finestra ogni mattina e guardare i fiori che prima o poi rinasceranno” , ma proprio per leggere il suo libro.
Ne vale la pena.
ed. youcanprint
In vendita presso librerie Disertori e Artigianelli
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Carissima Mirna, grazie! La tua recensione, così profonda e affettuosa mi ha commosso. Hai percorso con me la foresta della vita, sostituendo i tuoi alberi con i miei, come fa ogni lettore in passi diversi. E’ quello che volevo, in fondo, cercare anche compagnia e suscitare risonanze. Un abbraccio, a domani. Carla