Io ricordo mio padre che annotava sugli  eleganti cartoncini delle sigarette Turmac i suoi pensieri,  le sue curiosità , i suoi dubbi.
E ritrovo me stessa che sui foglietti con un po’ di spazio scrivo ciò  mi ha colpisce, un verso, un libro da leggere, una riflessione importante, una illuminazione. Trovo in borsetta  scontrini con mie frasi enigmatiche sul retro, pezzi  strappati di giornali  con scritto parole illeggibili o  interessanti, biglietti dell’autobus e del treno  con una descrizione.
Insomma  anche una signora può scrivere i suoi fuggenti pensieri  e perplessità ,  se non proprio sulle bustine Minerva , su quello che trova in borsetta.
Allarme meningite.
Mi destabilizza perchè penso a mia figlia che che va sui treni affollati su un percorso lungo e a rischio. Trento, Brennero, Monaco, Stoccarda. Ma non solo: sempre a contatto con molte persone sia nei viaggi che  per le sue lezioni,  per i concerti e  durante le affollate meditazioni Zen.
Le parlo di vaccinazioni. Resistenza. Battibecco.
Ma contattiamo dottoressa e ASL. La lista delle richieste è lunghissima.
Non so se lei sia convinta, ma forse un po’ lo è, ma per placare la mia ansia prende un ipotetico appuntamento per la fine di febbraio.
Intanto improvvisamente i mass media ammoniscono: niente panico, non c’è nessun allarme, anzi…meno casi dell’anno scorso.
Che fare ? Â prendo il televisore e i giornali e li “rompo” ? O faccio come Grillo che li demonizza? Mentre lui fa peggio di loro con i social network?
Oppure – penso –  scrivendo il mio pezzetto di carta virtuale…respiriamo, facciamo in modo che se non proprio la”forza sia in noi”, almeno lo sia il  buon senso e valutiamo caso per caso senza negare l’evidenza o sottovalutando il pericolo.
Con prudenza, saggezza, ascoltando e guardando  ma pensando con la propria testa.
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Nell’augurare Buon Anno a tutti i lettori di “Tra un libro e l’altro” e della nuova rubrica “Pensieri sparsi…in borsetta” -una bella novità di libere associazioni e impressioni trovo – vorrei partecipare non solo alla discussione sul pericolo meningite ma anche e soprattutto scrivere due righe su un libro affrontato prima di Natale a cui stranamente non mi è stato possibile lasciare il mio commento.
Anche io mi sono posta il problema meningite, ascolto poca TV e quindi ho sentito solo sporadicamente notizie di contagi. Essendo spesso in viaggio sono consapevole di correre più rischi ma, come dice mia mamma nel post, sento – come sempre ultimamente – di dover discernere pesantemente fra la realtà e quello che propongono i media, quasi sempre con tono apocalittico. Veniamo a conoscenza di tutto oggigiorno, un caso là , un caso qua, il tutto con sempre un sapore di ineluttabilità , la sensazione di essere accerchiati. Cito nuovamente mia mamma, non siamo di fronte ad un’emergenza attualmente e così mi sono permessa di informarmi su un argomento che mi era del tutto estraneo. Sto considerando il vaccino proprio per i miei continui spostamenti ma non sono molto preoccupata, anche se prenderò qualche precauzione.
Per quanto riguarda “Il regalo” di Moreno,(vedi post di dicembre) io lo metterei nella letteratura utopica, sempre presente nella storia come filone a sè. IL primo collegamento è stato con W. Morris “Notizie da nessun luogo” e naturalmente anche con Jonathan Swift “I viaggi di Gulliver”, entrambe narrazioni di luoghi “altri”, simbolici e sperimentali per la crescita individuale del protagonista. Come essi, “Il regalo” fornisce un’alternativa di vita, qui molto – quasi interamente – positiva. Dà una visione chiara- sin troppo chiara – di una vita “normale”, sospesa fra le rinunce ai sogni personali e all’abnegazione per un lavoro stabile ma straniante, analizzandone in prospettiva la limitatezza. Come sull’ “Isola che non c’è”, chiaro rimando a Peter Pan, la società che realizza i sogni sull'”Isola” è una società più ricca e più felice, dove i sentimenti hanno un ruolo predominante. Quasi tutti gli adulti approdati sull’isola hanno vissuto un trauma che ha messo in discussione tutta la loro esistenza così come era stata concepita fino ad allora e hanno cambiato totalmente la prospettiva. Bella la descrizione di una scuola dove ai bambini viene insegnato il primo soccorso, l’imprenditorialità , un’alimentazione corretta. Il denaro non viene demonizzato ma valutato giustamente da tutti. E va da sè che con meno ipocrisia, meno frustrazioni e sensi di colpa, gli individui si svincolino da stati di subordinazione e una condizione di ricattabilità da parte degli organismi sociali superiori. Da leggere.