CRONACHE DI BORZONASCA…Vita di paese
pubblicato da: Mirna - 17 Agosto, 2016 @ 8:14 amSiamo oltre la metà dell’estate, passato anche  Ferragosto.
Il tempo è corso placido in giornate distese, aperte, lente. Come  lenta è l’atmosfera di Borzonasca; forse per questo che qui ci sono ultranovantenni, e gli ottantenni talvolta sembrano ragazzi, vestiti come sono con jeans e berretto all’americana. Ci sono molti pensionati, molti nulla-facenti, tre chiese, tre negozi di generi alimentari due bar, il ritrovo di Massimo nel pomeriggio vicino al Taglio.
Tante chiacchiere perlopiù allegre. Soprattutto al mattino al bar pasticceria Macera che sembra così dare il ritmo alla giornata. I personaggi vengono bonariamente catalogati in estrosi, surreali, interessanti sempre  da Massimo -( lui stesso nella lista?) – che può variare di giorno in giorno.
E noi? Ci saremo sicuramente.
In fondo questo è un paese dove tutti hanno anche il soprannome, mio marito, ne aveva almeno due! Perché le persone guardano, si interessano ( a volte troppo e in maniera fantasiosa) e tutto questo “materiale umano†è il soggetto privilegiato della conversazione.
Sapete però che Borzonasca ha dato i natali al Devoto? Quello del dizionario! Non è un caso che le parole più o meno leggere corrano e diventino struttura e corpo del paese.
Ma non solo parole,anche fatti.
A parte i vari medici, direttori di banca, docenti universitari che ritornano qui o per l’estate o per sempre ci sono i personaggi “storiciâ€.
Abbiamo già parlato dei pasticceri Macera che ogni giorno sfornano le famose “rotelle†fragranti di aromi e gusto deliziosi.
Qualcuno quest’anno ha pensato di raccogliere gli oggetti da buttare e farne una rivendita il cui guadagno andrà per la Croce Verde. Altri organizzano cene e musica. Massimo sta già progettando una casa di riposo allegra che vorrebbe chiamare “Trapasso sereno† Non è uno scherzo. Si potrebbero già aprire le pre-iscrizioni.
E poi c’è la sig nora Delia che io vedo tutti i giorni. Da sempre occupata con montagne di bioccoli di lana…sì, perché la gentilissima signora Delia, è una materassaia. Lavora e fa rinascere la lana, poi riempie e cuce nuovi materassi che a suo dire sono sempre i più co modi e salubri. (Anche noi ne abbiamo due rifatti da lei)
I miei vicini di casa e di orto sono fantastici. Giancarlo, che è diventato amico di Mimilla, cura con un piacere quasi sensuale il suo orto e accudisce piantine di basilico e di cavoli in una specie di “incubatriceâ€. Vedo la sua espressione compiaciuta e penso che nelle piccole cose sta la serenità . Lo dice anche lui, perché a sera, prima di innaffiare , ci dedichiamo a conversazioni più o meno filosofiche. Quando sale nelle due fasce a guardare i suoi i pomodori, le zucchine, i fagiolini ecc (che talvolta arrivano anche sulla mia mensa )io e Mimilla lo guardiamo come fosse un quadro, talmente è ben inserito nel colore rosato e nella quiete del vespro .
Naturalmente si parla di cibo,soprattutto di ricette antiche. E si cucina.
Come sapete Grazia ed io abbiamo inaugurato gli inviti a turno ogni sabato sera. Devo ammettere che Grazia è una brtava e originale cuoca. L’ultima volta ci ha fatto arrosto al sugo di prugne, squisito. Ma non solo. Anche un gelato…ammorbidito al micronde.
Lo scorso sabato però toccava a me…ahimè…una debacle…Non voglio assolutamente tirarmi la zappa sui piedi,memori come sarete, dell’avventura della torta di riso per la quale avevo sbagliato la quantità . Un chilo invece di due etti!. Sapete anche, voi amici accademici, che faccio dei dolci sempre molto buoni, ma…sabato scorso sono nuovamente “cadutaâ€.
Volevo fare il pasticcio o meglio le lasagne come le chiamiamo noi in Emilia. Quando gli amici americani, Gary, Wendy, Barbara e >Camille sono stati qui avevo preso la mano e mi riuscivano bene.
Ma questa volta…dove è stato l’errore? Intanto al supermercato vedo le lasagne verdi…allora ritorno al ricordo della mia mamma quando nella nostra cucina bionda (quella che ho qui fortunatamente ) preparava la pasta con gli spinaci per le lasagne. . Avevo già preparato il ragù, buono, lo ammetto. Ma al momento di unire gli ingredienti…il fattaccio.
Lascio la pasta cruda o la immergo nell’acqua bollente? Decido per la opzione due…ma non immergo un foglietto alla volta…bensì tutto il malloppo. Che infatti riesce come un malloppo di …dollari.
Scottandomi, usando coltelli e altri arnesi riesco a scollare in parte i foglietti (Grazia poi mi chiederà se sono tagliatelle!) e a procedere con ragù. besciamella,grana ecc.
Beh, insomma il sapore non è male, ma l’insieme è rattoppato come una coperta di patchwork.
Ma rimangono altri foglietti tutti cementati tra loro. Che fare? Non si buttano.Li metto in frigo. Stefania che ha sangue ligure per il 50% l’altra sera li rielabora. Dice che farà tagliolini verdi come contorno alle scaloppine , alla tedesca insomma.
Poi mi sono presa il bicarbonato.