VERONA la dolce
pubblicato da: Mirna - 13 Marzo, 2016 @ 5:04 pmLa primavera nascosta nei venticello di Marzo ti sprona ad …andare.
E dove se non in una dolce città colorata di rosa e oro in cerca di post impressionisti, amiche e poeti vaganti tra arche scaligere e balconi di amanti?
(Maria…non ricordo il nome del poeta veronese alle mie spalle!)
Le giornate da incartare e scartare in una aurea di piacevolezze. E poi da serbare.
Al Palazzo della Gran Guardia:  Van Gogh, Seurat, Mondrian e altri dipinti della collezione dell’olandese  Helene Kroller-Muller.
Colore, tecnica, Â percezioni diverse per l’occhio abituati alle pennellate degli Impressionisti qui frammentati in puntini. Visioni marine di Seurat, celebre la sua Domenica a Port-en -Bessin dove si vorrebbe “naufragare” in pace e luce.
I colori vorticosi di Van Gogh ci accolgono già all’inizio della scalinata del palazzo ed è un piacere “entrare” nei suoi  luoghi vissuti e trasfigurati.
Ed ancora Signac e  poi un  Theo van Rysselberghe, il maggiore rappresentante del puntinismo in Belgio.  Si deve assolutamente “entrare”  nel suo Famiglia in un frutteto in una mattinata di luglio.
Per assaporare le estati passate e future, il desiderio della luce del sole, del verde delle piante e di quell’inesorabile leggerezza voluttuosa che il caldo ti dona. Che piacere immedesimarsi nelle signore con cappello di paglia che ricamano o oziano e passeggiano. Io vorrei essere quella vestita di rosa che sembra non far niente se non ammirare la bellezza del momento.Â
Ma i piaceri non sono terminati perchè all’uscita incontriamo le care amiche Giuliana Savelli  e Maria Cannata.
Pranziamo insieme e ci aggiorniamo sulle nostre letture e  impegni culturali,  su cagnolini bianchi  come Albachiara e gattini neri come Mimilla e tanto altro.
Gli gnocchetti del sel-service di piazza Bra sono gustosi e noi ci sentiamo bene.
E brindiamo al calore colorato dell’amicizia.
Una vera scoperta questa mostra veronese. Dove l’onnipresente Van Gogh, garanzia dell’afflusso massiccio dei visitatori, viene messo in relazione con il post-impressionismo dei “divisionisti” francesi e dei Paesi Bassi e Belgio. Un legame che appare così vero e forte da chiarire il ruolo di Van Gogh nella storia, non solo la sua “genialità ” singolare. Particolarmente interessante per me Theo van Rysselberghe, un artista mai sentito fino ad ora, che dipinge dei blu mozzafiato e situazioni di una poesia intensa. Molto significativa poi la maestria nell’accostare i colori dei divisionisti; dovevano avere anche molta conoscenza nella teoria dei colori per la resa di luci ed ombre. Ecco che nella mostra appaiono angoli con simpatici “esercizi” di percezione ottica e frammenti di storia e teoria del colore. Un bell’arco che va da Seurat e Signac a Mondrian, verso un’asciuttezza espressiva che ritorna all’incisività dei colori primi puri in forme geometriche. E bellissima gita in una città che ha sorprese di bellezza in ogni angolo!! Merita un viaggio ed è a due passi da noi trentini!