VIVIANE ELISABETH FAUVILLE di Julia Deck, ed. Adelphi

pubblicato da: Mirna - 25 Luglio, 2015 @ 4:15 pm

 

Luglio caldissimo 2015 006Un bel racconto noir, opera prima di una giovane francese. L’ha scoperto Grazia nella sua libreria di Camogli e me lo ha prestato assieme a tanti altri libri.

Ancora letteratura femminile che a me piace perchè sempre il narrare femminile è profondo, complesso, acceso di mille sfumature.

Molto moderno e interessante il modo di scrivere di Julia Deck che  inizia il racconto  dal tempo presente in cui il narratore si rivolge alla protagonista “fermata” in una scena memorabile: nella stanza vuota , sopra una sedia a dondolo mentre culla una neonata. Sappiamo da subito del malessere di Viviane Elisabeth scissa , come i due nomi che porta, in due dimensioni della realtà.

Ha quarantadue anni, un lavoro prestigioso, si è appena separata dopo  la nascita della sua bambina ed ora deve far fronte a una situazione complicata. Ha bisogno di pensare e nello stesso tempo di agire.

E’ appena stato ucciso il suo psicoanalista e lei cerca di far riaffiorare alla memoria che vaga tra passato e presente la sua ultima seduta con lui. Che cosa si erano detti?  Sempre le solite cose e cioè che lei doveva capire  a fondo l’ origine del suo malessere e di quei  terribili improvvisi mancamenti?

Ovviamente anche lei sarà interrogata dalla polizia, ma le risposte che dà appaiono confuse all’ispettore  – che assomiglia a Yul  Brinner –  e a lei stessa.

“Ci troviamo con questa bambina in braccio e ci chiediamo da dove sia spuntata” inizia il sesto capitolo, in una sorta di io collettivo o  di doppia personalità per poi giungere  ad un io narrante determinato  che vuole andare a fondo da sola all’omicidio del terapeuta. Riesce a conoscere le persone legate all’assassinato e si presenta talvolta come Elisabeth, altre come Viviane.

Si vuole sapere che cosa è veramente successo, perché Viviane Elisabeth sta così male. Si vuole conoscere il rapporto con il marito, con la madre che ogni tanto ritorna nelle sue frasi e nei suoi pensieri. (Beh, la madre c’entra sempre nei casi di turbamenti psicologici!!!)

La lettura mi cattura, lo leggo in un pomeriggio. Adoro i “gialli”, la psicoanalisi, la “follia” come unica ancora di salvezza.

Grazia ed io lo consigliamo caldamente!

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