FILOSOFEGGIARE A…BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 7 Luglio, 2015 @ 3:00 pm
E il momento più adatto ed epifanico per filosofeggiare” è durante…â€la gloria del disteso mezzogiornoâ€.
Le campane suonano le dodici, la famigliola urlante del piano di sotto s’acquieta, i vicini sono con “le gambe sotto a toa (tavola)†ed io rimango sola a tu per tu con un sole allo zenith, il profumo intenso dei gelsomini che mi circondano, uno sguardo complice a  una surfinia bianca di fronte a me e una  vitale sensazione di benessere.
(I vicini sono tanti, a volte mi sembra di essere in  una versione rurale del film di Hitchcok “La finestra sul cortile”)
La mia terrazza è appena fuori dalla cucina, alle spalle c’è un muro montaliano di pietre antiche, sopra i due giardinetti con la lavanda piantata dal mio vicino Giancarlo  accanto allo steccato azzurro, il casotto aggiustato da Francesco sotto il caco,ancora più in alto gli amareni, il nespolo, la palma ecc.
Mi sorprende possedere alberi, mi piace. Mi dà una sensazione di immanentismo.
Obnubilata dal sole cocente seppur sotto l’ombrellone a righe bianche e gialle penso a questi momenti di felicità  preziosi che si immagazzinano in me come un conto nella banca dell’esistenza,  e mi dico  che sono fortunata non tanto nel possedere questa mia unica casa o il cespuglio di rosmarino, ma per essere in grado di abbandonarmi e “naufragare†in questo“mare†di sensazioni  .
Certamente l’estate vera aiuta il mio bien etre fisico e psichico , poi pensavo che questa casa semplice, (certamente non quattro stelle!)  ma particolare – (terzo piano, quarto mansardato) terrazza, terrazzino,giardinetti pensili ha la sua ragion d’essere – per me – proprio in questa stagione.
Mentre fuori il solleone brucia l’ibisco e la scaletta di pietra, io salgo e scendo tra cucina,camere e salottini  consapevole  che fuori c’è ancora spazio verde per  una lucciola serotina, alcuni  aironi nel cielo alto e certi uccelletti dorati che fanno clic clac.
Ricordo che mentre  mio marito si era buttato nell’ impresa di ristrutturazione di questa  sua vecchia casa del carrugio, io un po’ in ansia circa l’esito , facevo ricorrenti  sogni di  stanze e stanzette che salivano verso l’alto e che finivano sempre all’aperto in una sorta di fuga e contatto con il cielo.
L’estate calda mi regala questi ricordi, questa voglia di vivere appieno le giornate lunghe. di osservare e di dilatare il tempo a mio piacimento. Sensazione di libertà , di ricca solitudine o meglio di interazione con se stessi.
La controra.
Ciao Mirna, grazie! Infatti ti leggo e “respiro Liguria” … la respiro qui dal Garda, splendido più che mai, con il Vento (“Vento”, localmente nome proprio del vento da nord) al mattino e l’Ora (da sud) più tardi, allorquando il tuo e nostro solleone scalda la Valle del Sarca più che non il Lago. Ma veniamo al solleone, anzi al Sol-Leone: quelle ore infuocate nel meridione d’Italia hanno un nome particolare: la “controra”. Ore contro … contro cosa … forse contro tutto, tutto si deve fermare, tutti devono attendere che l’aria sia meno arroventata. Ecco, volevo segnalarti questo termine dialettale che mi ha affascinato. E quindi, ti auguro ogni giorno la migliore controra!
Ciao Ric! Proprio stamattina io, Grazia e il mio vicino d’orto parlavamo del Sol-Leone…sì giorni arroventati della “controra”. E’ vero in alcune ore tutto si ferma attonito… Vi penso comunque avvolti dall’Ora gardesana immaginando anche che presto salperete verso la vostra Isola che quest’anno c’è!