LE MADRI E LE FIGLIE, un filo solidissimo
pubblicato da: admin - 5 Aprile, 2010 @ 7:32 pmSono appena tornata da due giorni rilassanti trascorsi alle Teme di Montegrotto. Piscina termale, vasche con idromassaggio, sauna e pasti luculliani. Piacevolezze della vita, ancor più gradevoli perchè condivise con persone amiche. Fra queste una carissima signora ottuagenaria, le sue figlie e le sue nipoti. Un filo conduttore forte e prezioso che mi ha ricordato il forte legame che io avevo con mia madre e mia nonna e che ora continuo ad avere con mia figlia …e naturalmente un libro, un romanzo di Patricia Gaffney “Le madri e le figlie” (titolo originale “Circle of Three”).
 Non sempre, come si può leggere nelle pagine della vita e della letteratura  i rapporti madri e figlie sono positivi. Scrive la Gaffney: “Secondo me la famiglia, ogni famiglia, è un po’ come il cilindro di un prestigiatore, sempre pieno di sorprese…”. In questo suo romanzo troviamo una quarantenne, Carrie, appena rimasta vedova che cade in una profonda depressione dalla quale riuscirà a salvarsi anche grazie alla figlia adolescente e alla madre un po’ invadente. Si racconta quindi di una risalita per la serenità ; dei sogni e delle difficoltà di Ruth, la figlia quindicenne, ansiosa di affermare la propria identità ; delle inquietudini dell’invecchiamento di Dana che ha appena compiuto settant’anni. Vengono esplorati con sensibilità ed ironia i delicati equilibri fra generazioni femminili.
Ripenso alla mia care amiche delle terme: la nonna che diceva di amare la vita “Non è bella la vita?” esclamava a tavola davanti alla torta millefoglie o nella piscina dell’acqua calda. Le sue figlie (le mie care Penelopi ) attente e  pazienti nei suoi confronti; la bellissima nipotina, studentessa di architettura a Venezia che le chiedeva di cucinarle una torta speciale. Io assaporavo con nostalgia questo legame ripensando alla complicità femminile della mia famiglia d’origine in cui esisteva un nostro lessico indimenticabile, nostri riti e una capacità di comprensione immediata.
Mi sono ritemprata dunque, non solo per un ozio piacevole tra acque calde e vapori profumati di essenza, ma anche per un tuffo in un vitale e solido arazzo familiare.
Bella, particolarmente bella la pagina di oggi della cara Mirna! Non conosco il libro di cui parla, ma le riflessioni che ne ha fatto scaturire mi portano immediatamente ai “miei” trii mamma- nonna-nipote: in ordine cronologico, il primo è quello in cui la nipote ero io. C’era un legame fortissimo tra me, mia mamma e la mia nonna materna, severa amministratrice dell’azienda familiare, severa anche nel vestire e nelle abitudini, ma tenerissima e generosa con me. Cucinava apposta per me porzioni di cibi a cui toglieva gli ingredienti che sapeva non essere di mio gradimento (da bambina non mangiavo quasi nulla, al contrario di oggi…). Purtroppo è mancata quando avevo 18 anni e non mi ha visto laureata, moglie, madre. Peccato.
Il secondo trio è quello in cui la nipote è mia figlia. Oggi mia madre ha quasi 90 anni e mia figlia 36, quindi ha una nonna che l’ha tenuta e coccolata da piccola, le ha preparato piccole torte tutte per lei, l’ha vista crescere, studiare, laurearsi, fidanzarsi, sposarsi… Una nonna che non ha più la lucidità del passato, ma sempre, parlando di lei, la nomina chiamandola “mia” perchè è stata la sua prima nipote e le ha dedicato tanto in termini di affetto, cure, attenzioni.
Come io da piccola amavo andare nel lettone della nonna, mia figlia da bimba amava andare nel lettone di mia mamma: atmosfere legate alle festività , quando ci si riuniva tutti, appunto, nella casa dei nonni di turno. Bello riviverle , bello ri-cordare, cioè riandare col cuore a quei momenti!
Grazie carissima Mirna per le parole dolcissime che hai usato e sono felice che tu sia riuscita a trascorrere un pò di tempo con noi. La tua compagnia è stata preziosa, rilassante e speciale. Non ho letto il libro di cui parli, ma mi stuzzica molto, lo prenderò sicuramente.
E’ vero ciò che dici, noi siamo molto legate e così era anche quando c’era la mia nonna, che ricordo con infinita nostalgia! Quella adorata nonna che mi faceva bere l’ovetto fresco al mattino prima di andare a scuola, o che mi preparava a volte le sardele en saor di cui sono molto ghiotta, oppure mi dava i savoiardi da intingere nello zabaione quando vedeva che ero troppo stanca. E mi diceva sorridendo “Vei chi putelòta, che te devi tirarte su, te me pari massa straca a forza de sonar!” Per lei le uova erano un vero e proprio toccasana per tutti i mali. Eravamo legatissime anche in un particolare momento della giornata e cioè al mattino presto, quando mi lasciava bere del caffè “buono” prima di alzarmi. Beninteso all’insaputa della mamma, ma questi erano i nostri adorabili sotterfugi. Poi quando la mamma e la nonna facevano le torte sfoglie, mi lasciavano sempre finire le creme avanzate dentro il pentolino di rame e per l’occasione potevo anche trascurare l’educazione e leccarmi le dita!! Che bello ricordare tutti questi momenti della gioventù.
La mamma instancabile e sempre entusiasta, le nipoti che ci raggiungono alle terme con la felicità negli occhi, e quella meravigliosa tavolata del giorno di Pasqua mi hanno commossa. Sono stati momenti impagabili, densi di voglia di vivere e soprattutto di condividerla tutti insieme in una sintonia di affetti, praticamente un accordo musicale perfetto. Belle queste occasioni di gioia!
Non conosco i trii di cui si parla, non avendo avuto nonni, nè zie, nè comunque parenti tali con cui aver potuto instaurare tali fili e il rapporto con mia madre non è stato sicuramente di complicità , seppure legate da grande affetto.
Sento comunque che il filo che ci legava, spezzato da quando non c’è più, ormai fa parte indissolubile di questi miei giorni.