Via delle Botteghe Oscure di Patrick Modiano

pubblicato da: Mirna - 10 Aprile, 2015 @ 11:03 am

cop[1] (3)Mi sono ripromessa di conoscere meglio l’ autore premio Nobel per la letteratura  perciò mi sembra giusto continuare con questo romanzo che  nel 1978 vinse un meritatissimo Premio Goncourt.

Mi affascina la sua ricerca del passato e della propria identità che evidentemente sono strettamente correlati. Senza memoria non esistiamo completamente.

Ma il suo tempo perduto rincorso è l’antitesi di quello proustiano. Non c’è fluidità serena come quella che può dare una marea che va e che viene, c’è bensì il timore che i ricordi spezzettati rivelino dolore e negazione dello stesso.

Qui tutto ciò che si è vissuto sembra oscuro e irrisolto. Da una foto in bianco e nero l’io narrante che esordisce con “Non sono nulla: Soltanto una sagoma chiara, quella sera, seduta all’esterno di un caffè” investiga per sapere chi tra i personaggi ritratti è se stesso. E’ Pedro McAvoy o Ster? E chi sono le due giovani donne accanto a lui e a un altro personaggio?

Con pazienza quasi ritrosa  ci si inoltra in un mondo inquietante e quasi onirico dell’occupazione tedesca, in una Parigi quasi sempre notturna che dà sensazioni di estraniamento e di Tempo dai contorni mai netti. Incontriamo un’atmosfera di un “demi-monde” di emigrati russi, ballerine modelle, avventurieri, diplomatici sudamericani che sembrano sfuggire a una catalogazione come in effetti sembra essere il Tempo per Modiano che egli  ha bisogno spesso nei suoi romanzi di fermare su un taccuino nero, tipo Moleskine.

Ne ho già iniziato un altro “L’Orizzonte” e mi piace perchè tutta la “materia oscura” del nostro passato è da rileggere, riascoltare, rivedere.cop[2] I brandelli del passato sono sospesi come piccole vite a sè stanti, sempre presenti in noi, nella nostra storia che prosegue, ma misteriosi nella loro completezza.

Mi piace come mi piace Proust. L’esaminare profondamente e nello stesso tempo in modo distaccato il nostro Tempo,  la nostra Storia personale mi fa sentire la ricchezza di una Vita individuale, nel bene e nel male e il suo accostarsi ritroso  alle vite degli altri.

Ne L’Orizzonte c’è una ragazza che fugge, c’è la Parigi misteriosa del IX e X arrondissement, un gangster, un torero e sempre una minaccia ossessiva del Tempo che passa.

Leggere Modiano è esorcizzare un po’ le nostre paure, è un modo catartico di accettare l’ineluttabile.

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