UN INCANTEVOLE APRILE di Elizabeth von Arnim
pubblicato da: Mirna - 6 Aprile, 2015 @ 7:14 amAprile è un mese particolare, un po’ ambiguo, un mese che ti può stremare o far rinascere. Eliot scriveva che April is the cruellest  month, il mese più crudele perchè genera fiori da una terra morta e confonde memory and desire. Si risvegliano tristi radici in questo mese trasparente e impietoso. Winter kept us  warm, l’inverno ci tiene caldi e protetti e vagamente inconsapevoli. La primavera ti incita a mostrarti, a rinnovarti, a rinascere.
Per Robert Browning all’estero Aprile coincideva con una grande nostalgia per la sua patria dolce e verde “Oh, to be in England, now that April’s there”. Per me amante della sua terra  condividevo e recitavo  i suoi  versi e poi – finalmente – per ben due volte mi sono trovata là sotto il suo cielo variabile, i fiorellini timidi, il verde dei prati e il giallo dei narcisi.
Anche ora vorrei esserci ben diversamente dalle quattro protagoniste del delizioso romanzo di Elizabeth von Arnim che consiglio di leggere proprio in questo mese, tanto più se si incappa in qualche giornata di pioggia.
Londra è spesso piovosa e può esserci un mese freddo e grigio e può essere che Lottie Wilkins  e la sua amica Rose  desiderino ardentemente rispondere a un annuncio che offre un castello in Italia, circondato da glicine e mare. L’affitto è un po’ costoso ma le spese si possono dividere con altre due signore.
Ed ecco che dopo vari ripensamenti non si può fare a meno di partire. Il marito di Lottie è arcigno e noioso, quello di Rose assente. Serpeggia in loro una depressione dovuta sicuramente al tempo, ma soprattutto alla noia e alla incapacità di rinnovarsi e cercare in se stesse motivazioni per essere liete.
La promessa di glicine e  di sole le porta dunque in un angolo ligure che rappresenta la voglia di vivere, l’abbandonarsi alla natura in fioritura. La storia è indubbiamente semplice: siamo alle prese con due  annoiate signore della borghesia britannica più  un’anziana e rigida vedova e una giovane aristocratica viziata alla ricerca di un po’ di pace e di senso da dare alla sua vita frivola..
Le descrizioni dell’ambiente sono accattivanti.  Elizabeth von Arnim che aveva curato un suo bellissimo giardino scrivendone un delizioso libro, ci porta in un tripudio di fiori e piante.  Come resistere ai gigli in cui tuffare i piedi, alle rose, ai lillà profumati e in fondo allo scintillìo del mare?  Ecco che la natura diventa la metafora dello schiudersi di nuovi pensieri,  una nuova visione del mondo, più tollerante.
E’ Lottie il motore di questa nuova affettività e capacità di abbandono al fluire del tempo . E’ lei che si trasforma per prima avendo capito che la primavera può essere sempre dentro di te a prescindere dal tempo metereologico. Ed ecco che lentamente la vecchia signora si addolcisce, l’aristocratica viziata comincia a ridere, Rose soffre meno e in un crescendo di probabili e improbabili avvenimenti il cerchio si chiude con l’arrivo dei mariti di Lottie e Rose.
Una lettura primaverile, gradevolissima.
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Anche io mi chiedo sempre come riesce all’aprile darci quella sensazione “mista” di nostalgia e speranza. E’ proprio la richiesta della natura di portarci al risveglio? Di tirarci fuori dalle nostre “calde” illusioni invernali? E poi coincide quasi sempre con la Pasqua, anche un momento per la nostra tradizione particolare e sofferto. Non so. Qui a Stuttgart ieri, mentre tornavo a casa camminando (due belle passeggiate andata e ritorno) ho ascoltato i primi uccellini, a dire la verita’ erano in tanti, merli e tanti piccoli colorati. Sembra che solo ad aprile il canto degli uccelli abbia quell’eco speciale, come un vuoto in cui si propaga il suono e che da’ insieme la staffilata di nostalgia e una cocente speranza. Era bello. Tutti i negozi erano chiusi e c’era un silenzio di base, con anche un bel tramonto. Un momento topico.
Si’, anche come nel romanzo descrittoci, l’unica e’ abbandonarsi fiduciosi al risveglio. buon aprile a tutti.