UN'INQUIETANTE SIMMETRIA, di Audrey Niffenegger

pubblicato da: admin - 2 Aprile, 2010 @ 7:18 pm

120px-HighgateCemeteryLondon4simmetriaOh, to be in England now that April’s there…” all’inizio di ogni Aprile mi metto a recitare questi versi di Robert Browning. Quando lo facevo da ragazza, ancor prima di andare in Inghilterra e assaporare i suoi Aprile, mia madre che non capiva, replicava seccamente in dialetto emiliano” Ciacara in italiàn, da breva, per piazer!”. “Oh, essere in Inghilterra ora che c’è l’Aprile!”, perciò ripetevo.

Devo dire che la primavera inglese, nonostante le frequenti piogge, è veramente bella. Tanto verde  nei  parchi di Londra e tanti fiori, il clima atlantico non è mai esagerato.  In questi giorni mi sono “tuffata”in un libro inglese e, da lettrice che “entra”totalmente nella storia,  mi vedo ripercorrere le strade e luoghi che mi piacciono tanto. Ma in questo romanzo di Audrey Niffeneger c’è molto di più che l’atmosfera delle sale da tè, delle rose chiare o dei ciliegi in fiore…c’è un fantasma! E non solo, ci  sono due gemelle che arrivano a Londra dagli Usa perchè hanno ereditato l’appartamento della zia  Elspeth, morta da poco. Sono gemelle situs inversus, sono speculari cioè, una ha gli organi interni al contrario dell’altra.

Oltre il loro giardino c’è il famosissimo cimitero vittoriano di Highgate, dove sono sepolti Carl Marx, George Eliot, Dante Rossetti e sua moglie Elizabeth Siddal , ecc. E’ un luogo amato dai primi poeti romantici inglesi che componevano poesie  cimiteriali. Anche il Foscolo ne fu contagiato, ricordiamo “I Sepolcri”.

Elspeth Noblin è il fantasma di una quarantenne morta per un’inguaribile malattia, ed ora, si trova “imprigionata” nel suo appartamento.  Un po’ come nel film  “Ghost”, lei  cerca di farsi sentire come presenza sia dall’amato compagno che dalle nipoti. E si impegna nello spostamento degli oggetti. “All’inizio non reagirono minimamente. Elspeth raccoglieva tutta la sostanza e la furia che aveva e si scagliava contro un cuscino o un libro: niente….un giorno trionfò su una graffetta…”, ma soprattutto vuole “Libri.Giochi. Attenzione”

E’ interessante come la Niffenegger riesca con naturalezza  a far  partecipare il lettore ai pensieri, ai sentimenti  e alle azioni di uno spettro. Ne scrive in modo così chiaro e convincente che ci si potrebbe anche credere. Io non ho mai visto fantasmi, ma mi piacerebbe ci fossero. (Solo quelli buoni, naturalmente!). E’ una scrittrice  dal linguaggio chiaro, scorrevole; è la  famosissima autrice del romanzo “La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo”, da cui è stato tratto un film.

In questa storia ci sono altri personaggi interessanti: Martin, un nevrotico maniacale, che non esce mai di casa,  Robert l’inconsolabile compagno di Elspeth, e un’altra gemella, quella di Elspeth!

Mi piacciono queste atmosfere gotiche alla Henry James e il brivido che provo  leggendo di ciò che può essere e forse non è .

Oggi pomeriggio, preoccupata per la salute di una persona a me cara, stanca dalle mille cose da fare, non ultimo il riordino rimandato della casa, la preparazione della valigetta per i tre giorni alle Terme, la gatta esigente…mi sono “aggrappata” al mio divano ed ho finito le ultime pagine di questo romanzo di vera evasione. Felice di seguire i protagonisti nell’Underground,  in Oxford Street, nei musei, o nei parchi antichi, sono riuscita ad apprezzare anche la “psicologia” dei fantasmi.

Pensavo che in fondo noi stessi  lettori siamo  fantasmi che si aggirano e partecipano non visti alle vicende racontate.

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  1. Concordo pienamente che, noi stessi lettori, siamo al contempo fantasmi invisibili che partecipano alle vicende raccontate: credo che questa sia la vera magia che un libro può dare, oltre a tutto ciò che finora si è detto (la felicità, in primis).
    Divagando un po’ dal tema principale, credo comunque che i fantasmi esistano; intendiamoci bene però: non come “mamma televisione” ci ha insegnato (allegri e birbanti esseri trasparenti che aleggiano in case abbandonate o in castelli), bensì come presenze, che solo noi, dentro di noi, possiamo percepire. Sto parlando, per esempio, di una persona cara che sia venuta a mancare: se ne sente comunque la sua presenza, dentro di noi, indissolubile. Oppure, per chi è credente, sente che dentro di lui c’è un aiuto che non manca mai.

  2. Più che fantasma mi sento discreta spettatrice di ciò che succede all’interno della vicenda di cui seguo lo svolgimento, ma forse “spettatrice” è solo un sinonimo. Infatti guardare senza essere visti e nello stesso tempo interagire con il pensiero può far sì che si diventi veramente fantasmi.
    Leggevo: “Uno studio americano dimostra che il cervello vive ciò che legge: così il romanzo diventa realtà ….quando leggiamo un libro nella nostra testa si attivano le stesse aree che si metterebbero in moto se ci trovassimo realmente nella situazione descritta”.
    In quanto all’esistenza dei fantasmi tanto si è detto, si continua a dire, si è veduto e si continuerà a vedere, per esempio “Giro di vite” di Hanry James, da cui sono stati tratti diversi films, non da ultimo “The Others” con Nicole Kidman.
    Io amo pensare, come Luigi, che la presenza di chi ci ha amato e che non c’è più sia comunque sempre compagna della nostra vita.

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