ESTATE ARTICA di Damon Galgut ed.e/o
pubblicato da: Mirna - 19 Febbraio, 2015 @ 3:36 pmUna bellissima biografia romanzata di E.Morgan Forster l’autore di Camera con vista, Casa Howard, Maurice e  Passaggio in India.
E’  la storia della genesi del suo più interessante romanzo che nasce e prende corpo in India. Ma è anche la storia di  un infelice  trentenne affamato d’amore in un’Inghilterra inizio 900 dove l’omosessualità  è  uno scandalo indicibile.  La conoscenza con il giovane indiano Masud, studente di giurisprudenza a Cambridge lo spingerà a far chiarezza nei suoi desideri sessuali  e a spingerlo più tardi  ad intraprendere un viaggio in India , viaggio che diventerà  per lui il senso della sua vita.  Perchè l’India  non è solo un paese esotico , un paese pieno di contraddizioni (l’estrema povertà , la ricchezza dei nobili), un paese colonizzato dai bianchi , ma per Morgan Forster è una nuova percezione di sè, della vita, del cosmo. L’India lo sconvolge violentemente facendo chiarezza dentro di lui.
Già dal viaggio in piroscafo lo scrittore sembra penetrare in una “lontana alterità ” quasi cominciasse a spostare il mondo dal suo asse.  Oltre che avvicinarsi a Masud cerca di ritrovare la vena creativa, da sempre i personaggi dei suoi romanzi hanno bisogno di sciogliersi  sotto un sole caldo. Spera di ritrovare il bandolo della sua scrittura.  Ma tutto è così velocemente accecante e nulla rimane fermo e costante. Troppo da conoscere, da scoprire, da vedere.
Quando finalmente incontra Masud è deluso, il suo amore non è corrisposto nel modo desiderato, inoltre viene lasciato spesso solo a visitare i luoghi più interessanti. Visita così moschee, grotte e tempio.
Come scriverà in seguito è in questi luoghi che comincia ad affiorare un senso accettabile, concreto di una percezione personale e di una storia.
Il romanzo è ampio e affronta vari temi soprattutto quello del colonialismo britannico e della conseguente rivalsa tra colonizzatori e dominati. Ci parla dei Tribunali indiani e del loro metro di giustizia e la storia di Passaggio in India si svolgerà per una parte in uno di essi.
Ci racconterà anche della  prima esperienza sessuale  di Morgan, a 37 anni,  con il giovane egiziano Mohamed. Ma soprattutto noi lettori entriamo  nel mondo tipicamente indiano, sotto un cielo intenso dove ci si può  sentire incerti e inadeguati perchè le cose non sembrano mai compiute e definite, ma si espandono verso l’esterno, forse all’infinito.
E qui sta la bravura di Damon Galgut che ci accompagna insieme con Morgan Forster in un viaggio dell’anima e dei sensi. verso quasi una perdita di sè dove nessuna risposta sembra bastare.
Punto clou è l’entrata nelle Grotte piene di eco. Forster lo fa in una caldissima giornata, entra da solo e l’esperienza provata lo scuote all’inverosimile. Prova una sorta di obnubilamento, sospensione, spaesamento…lo assalgono timori antichi, sente qualcosa di oscuro alle sue spalle che altri non sono che i propri desideri primordiali, la spinta all’abbandono alla natura, alla sensualità , al mistero.
Perchè l’India è mistero, intorno aleggia sempre una sorta di magia, un animismo mistico che la luce e i profumi enfatizzano e che  scuote l’essere umano tanto da farlo sentire  come un  minuscolo punto cieco al centro della percezione.
E finalmente arriverà l’ispirazione per il suo romanzo più famoso: il suo libro avrebbe espresso un frammento di quell’unione attraverso la propria struttura. La moschea, le grotte e il tempio. Tre tipi di spiritualità ; tre sezioni del suo romanzo.
Quando il viaggio è la metafora della vita.
Damon Galgut, nato a Pretoria nel 1963 è uno dei maggiori scrittori della generazione sudafricana post-apertheid.
Mi incuriosisce molto questo testo e l’esperienza di Morgan Forster in India mi ricorda un po’ “Heart of Darkness” di Conrad, una “discesa” nel Se’ piu profondo e piu’ inesplorato, nei luoghi selvaggi che usualmente non hanno un palcoscenico nel razionale mondo occidentale. Quando un luogo esterno si fa simbolo ed evocazione di luoghi interni si genera magia e non a caso sono i paesi colonizzati a fornire questa chiave di conoscenza. Quasi che noi occidentali avessimo colonizzato insieme luoghi del mondo e parti del nostro Se’.