La collezione del Museo Diocesano Tridentino A? stata recentemente arricchita dalla donazione di tre dipinti della��artista trentino Michelangelo Perghem Gelmi (1911-1992). Le opere, generosamente offerte al museo dalla famiglia del pittore, saranno presentate al pubblico venerdA� 6 giugno alle ore 17.00 nelle sale del piano terra, dove rimarranno esposte fino a lunedA� 9 giugno.
I visitatori avranno cosA� modo di osservare tre importanti lavori di Michelangelo Perghem Gelmi, nello specifico le tele Golgota e Silenzio, entrambe del 1987 e il dipinto La Provvidenza (o Madonna del pane) del 1983. Con questa donazione al Museo Diocesano gli eredi della��artista hanno voluto far conoscere, per farne patrimonio collettivo, un aspetto assolutamente sconosciuto del pittore: la sua intima ed intensa fede.
La��ingresso alla sala sarA� libero e gratuito per la��intero fine settimana.
Michelangelo Perghem Gelmi (1911-1992)
Note biografiche
Figlio della��ingegner Guglielmo e di Rita Ramponi, Michelangelo Perghem Gelmi nasce ad Innsbruck, da genitori trentini, la��11 dicembre 1911. Nel 1912 la famiglia si trasferisce a Trento dove Perghem vive fino alla fine degli studi superiori. Le sue innate doti artistiche vengono notate e sostenute da Luigi Bonazza, suo insegnante di disegno e di pittura alla��Istituto Tecnico. Nel 1930 si iscrive al Politecnico di Torino, dove si laurea in ingegneria civile nel 1936. Nel 1940 si iscrive alla��Accademia di Belle Arti di Torino sotto la guida di E. Paulucci, dopo aver sostenuto la��esame di ammissione con Felice Casorati. Richiamato alle armi per il conflitto mondiale, nel 1942 la��Aeronautica Militare lo trasferisce in Provenza costringendolo ad interrompere i corsi di pittura presso la��Accademia. Durante il soggiorno francese si dedica alla pittura, ma la��8 settembre 1943 viene catturato e subisce la��internamento da ufficiale nel Lager di Tarnopol.
Nel 1944, nel Lager di Deblin Irena, tiene la sua prima mostra personale. Nel giugno dello stesso anno riesce a rientrare in Italia e vive in clandestinitA� a Torino fino alla fine del conflitto. In questi anni vi A? nella sua pittura il passaggio a grosse pennellate di densi impasti, a�?la sua pittura lascia spazio da un lato alla volumetria del Cezanne e del Picasso cubista e dalla��altro alle corpose pennellate vangoghianea�? (E. Staudacher). Nel 1948 emigra in Argentina nella cittA� di San Juan dove insegna presso la FacoltA� di Ingegneria della a�?Universitad Nacional de Cuyoa�?. Continua a coltivare la passione per la pittura, partecipa a numerose esposizioni personali e collettive aggiudicandosi vari premi. Nel lungo soggiorno argentino le figure, i paesaggi e le architetture si snelliscono e puntano alla��essenziale. Il rientro in Italia avviene nel 1956 e nel 1961 espone alla Mostra Provinciale da��arte figurativa dove presenta con successo a�?Santa TrinitA�a�? riproposto due anni dopo alla Mostra degli Artisti Trentini presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Dal 1971 si dedica completamente alla pittura intraprendendo una��attivitA� espositiva molto intensa: I suoi lavori, caratterizzati da un originale surrealismo, colpiscono favorevolmente il pubblico e la critica. Negli anni seguenti lo troviamo impegnato con le mostre a Cortina, Ferrara, Roma, Saint Tropez e Santa Margherita Ligure. Partecipa a numerose collettive e a premi anche alla��estero.
Allestisce nel 1976 alla galleria a�?Il Castelloa�? di Trento la personale a�?Tante teste, tante ideea�?, una mostra di caricature su persone di fama nazionale, politici e personaggi trentini. Nel 1977 la stessa galleria organizza la mostra a�?Omaggio a Trentoa�? con sessanta opere dedicate alla cittA�. In quella��anno a�?Floreunucus barbudos a�? vince il premio Vittoria Alata alla mostra a�?VIII Primaveraa�? al Palazzo della��Unesco a Parigi.
Alla mostra a�?Perghem 80a�?, marzo 1981, organizzata al Palazzo della Regione di Trento, presenta settanta opere. Della pittura degli anni Ottanta ricordiamo anche la rilettura di figure cardine della storia della��arte come la Gioconda di Leonardo (ina�?Lei ed ioa�?) o a�?Maya desnuda e vestidaa�? di Goya, o ancora un celebre nudo di Modigliani disturbato dalla figura invadente del a�?Collezionistaa�?.
Nel corso degli anni Ottanta la sua cittA� gli dedica tre mostre importanti ispirate ai suoi viaggi in Messico (a�?Mexico 83a�?, 1984), in Cina (a�?La Cina A? vicinaa�?, 1986), in PerA? e Bolivia (a�?Cartoline dalla��impero degli Incasa�?, 1989) ospitate nelle sale della Camera di Commercio dove ca��A? a�?una sorta di minimalismo semantico che ci riporterA� alle ragioni prime della sua pittura, cioA? alla ricerca del senso delle cose, o se si vuole della vitaa�?. (M. Scudiero).
Scompare a Trento la��1 agosto 1992 alla��etA� di 81 anni, mentre il suo quadro a�?Veermer copia Picassoa�?, con altre sue opere, A? esposto a Kempten, cittA� gemellata con Trento.
Nel 1995 viene donata dalla famiglia una parte importante dei disegni e progetti della sua altrettanto intensa vita professionale di ingegnere: si apre cosA� il a�?Fondo Michelangelo Perghem Gelmia�? presso il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto a�� MART.
Nel 2003, a Palazzo Trentini a Trento, la Provincia Autonoma di Trento gli dedica la prima mostra antologica.
Nel 2010 il Fondo al MART si amplia con una nuova donazione con altri materiali sulla sua attivitA� professionale e con moltissimi materiali di grafica ed arti applicate. Sono studi per ceramiche e tessuti, i bozzetti di manifesti pubblicitari, ed i 127 disegni originali del libro a�?Da Cannes a Tarnopola�?. Nel 2012 il MART gli dedica una��esposizione con i materiali della donazione ed una selezione di opere pittoriche inerenti il tema del paesaggio naturale, urbano e della��atelier da��artista.
Di lui hanno scritto Guido Polo, Enrico Paulucci, Luigi Serravalli, Gian Pacher, Mario Ulivi, Diego Gadler, Franco de Battaglia, Elisabetta Staudacher, Maurizio Scudiero, Antonio Sorgente, Gabriele Lorenzoni.