domenica , 22 Dicembre 2024

LA SICILIA DI FALCONE E BORSELLINO AL MART
mercoledia�� sera secondo appuntamento con “Docville”

Falcone e BorsellinoSecondo appuntamento, mercoledì sera alle 21 all’Auditorium del Mart, con la rassegna cinematografica “Docville – le vie del documentario”. Organizzata dal Nuovo Cineforum Rovereto, l’iniziativa presenta novità e titoli da riscoprire in un genere, il documentario, in questi anni tornato al centro dell’attenzione da parte del pubblico. “Nelle ultime stagioni il cinema documentario è al centro di un rinnovato interesse da parte del pubblico – ci ha spiegato Maurizio Cau presidente dell’Associazione- la seconda edizione di Docville, organizzata in collaborazione con il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, si propone di sondare alcune tra le più interessanti produzioni documentaristiche della cinematografia nazionale ed internazionale”. Autori visionari come Werner Herzog e cineasti rigorosi come Philip Gröning hanno di recente portato a piena espressione le potenzialità del genere documentario, che oggi risulta senza dubbio uno degli ambiti privilegiati in cui condurre una valida ricerca linguistica e formale. E ciò sia nel caso in cui a guidare la macchina da presa sono istanze di denuncia o di indagine civile, sia in quello in cui ad animare lo sguardo del regista sono slanci intimi o profonde inquietudini. Mercoledì quindi verrà proposto “In un altro paese” di Marco Turco: tratto dal libro di Alexander Stille Excellent Cadavers – The Mafia and the Death of the First Italian Republic, il documentario ripercorre, lontano da ogni agiografia televisiva e con rigore esemplare, la storia della squadra antimafia di Falcone e Borsellino, del maxiprocesso, del loro isolamento e della loro eliminazione. “Sfilano, in questo film poeticamente indispensabile, le sofferenti e rispettose immagini – accompagnate dalla ferma voce di Fabrizio Gifuni – dei corpi schiacciati dagli abusi del potere, le lacrime dei parenti, gli straordinari scatti di Letizia Battaglia che le hanno drammaticamente storicizzate, le spaventose contraddizioni di una regione che fatica a trovar pace, a riconciliarsi con se stessa. E che sogna, nel suo luttuoso silenzio, un altro paese, un altro pudore, una semplice serenità”. La mafia non è morta, ammonisce Stille. È più forte e più furba di prima.

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