Razzismo ed emarginazione sono parole apparentemente senza alcun legame tra loro ma che, in un modo o l’altro, richiamano alla nostra mente il fenomeno dell’immigrazione. Oggi A? diventato argomento di vari dibattiti televisivi e di tanti libri.
Uno di questi A? “L’Orda: quando gli albanesi eravamo noi” di Gian Antonio Stella, giornalista del Corriere della Sera. Dal libro al sito internet, dal sito al cd musicale, dal cd allo spettacolo teatrale. Lo spettacolo, portato in scena con la Compagnia delle Acque di Gualtiero Bertelli, con la voce narrante dello stesso Stella, andrA� in scena venerdA� 24 ottobre alla��Eurac proposto tra gli eventi speciali del 4film festival, sezione Bordeland Terre di Confine, organizzato al Cineforum Bolzano dalla��Associazione Harlock.
Stella, attraversa il percorso dell’immigrazione italiana, dall’Ottocento agli anni Settanta del Novecento, con documenti, canzoni e foto d’epoca per ricordare come eravamo simili ai migranti, anche clandestini, che oggi cercano in Italia “quell’America” tanto desiderata dai nostri padri tempo fa. Teatro e inchiesta giornalistica per uno spettacolo colto, raffinato ed emozionante.
La��orda A? una combinazione tra il monologo e la musica, un insieme centrato su tre punti: il racconto di tante storie di dolore, piccoli e grandi eroismi, errori, xenofobia. Gian Antonio Stella, torna sulla scena raccontando questa volta il rapporto di paura e di amore tra gli italiani e l’oceano, la spaventosa barriera d’acqua che pareva separare la nostra miseria dalla ricchezza della Merica dalle strade lastricate d’oro e che inghiottA� migliaia di poveretti in terribili naufragi finalmente raccontati spesso per la prima volta.
Torna Gualtiero Bertelli, che A? andato a ricostruire pezzo per pezzo, con un paziente lavoro di ricerca storica e musicale, le canzoni che hanno segnato quei viaggi per mare. Torna la Compagnia delle Acque, che si A? ormai affermata come uno dei gruppi piA? affiatati e raffinati d’Italia nel campo della musica popolare.
“Novanta minuti irresistibili che ogni teatro pubblico della penisola dovrebbe sentirsi in dovere di ospitare” (Masolino D’Amico- La Stampa).
Come afferma Stella, quando “gli albanesi eravamo noi, ci rinfacciavano di aver esportato la mafia e ci facevano pesare addosso secoli di fame e ignoranza“. Quando gli albanesi eravamo noi, era solo ieri. Nonostante siano passati appena 100 anni, tanti hanno dimenticato o fanno finta di non sapere. L’Orda ci ricorda e ci dimostra che neanche i nostri emigrati erano migliori degli immigrati attuali, anche se molti non lo sanno. Infatti durante lo svolgersi della chat-line ci sono state opinioni molto diverse sull’argomento. Tanti affermano che gli immigrati italiani cercavano solo lavoro, mentre gli stranieri che hanno ‘invaso’ l’Italia sono la principale causa di furti e omicidi. Sono solo pregiudizi. Oggi come ieri la gente ha semplicemente paura del diverso. Al contrario, tanti di quelli che sono intervenuti accusano i giornali di montare le notizie per avere una tiratura migliore, a svantaggio degli immigrati, “sbattuti come mostri in prima pagina”. In poche parole, la chat-line ha dimostrato che gli stranieri sono amati e odiati nella stessa misura anche tra le giovani generazioni.
Quando si parla d’immigrazione italiana si pensa solo agli ‘zii d’America’, arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71% o che gli italiani costituivano la maggioranza degli stranieri arrestati per omicidio. Forse questi dati aiuteranno a capire che neanche noi siamo stati perfetti.
Di certo chattare con Gian Antonio Stella A? stata un’esperienza formativa che ha insegnato a guardare con occhi diversi l’immigrato che A? in difficoltA� e a non fare gli indifferenti quando si tratta di aiutare.
Costo del biglietto: 7 euro.
Sono previste convenzioni con le Scuole.
Per maggiori informazioni:
4FF
Cineforum Bolzano
tel. 0471 266394;