Mancano pochi giorni al tanto atteso concerto di Jon Hammond: un musicista che è divenuto mito, che sarà tra noi Mercoledì 24 Ottobre alle ore 21.00, con la sua prima data del tour italiano, con la sua magica chitarra acustica pronto ad incantare l’Auditorium di Lavis per quello che si preannuncia come un concerto evento imperdibile.
Il Concerto è organizzato dal Circolo Culturale Musicandove di Lavis, che ha voluto portare per la prima volta in Trentino il grande Blues Man di New York.
Suo Padre, John Hammond Senior, fu una delle figure più creative e lungimiranti del mondo dello spettacolo e dell’industria discografica americana dagli anni Trenta ai Settanta nonchè organizzatore degli epocali concerti From Spirituals To Swing e talent scout formidabile per la Columbia Records, legando il suo nome a quello di giganti del jazz, del blues, del soul e del pop, da Bessie Smith a Aretha Franklin, da Billie Holiday a Charlie Christian, da Count Basie a Bob Dylan.
John Hammond figlio, nato a New York nel 1942, ha dedicato alla tradizione musicale afroamericana altrettanta passione e intelligenza, via via affinando i suoi talenti di chitarrista, armonicista e cantante e conquistando un ruolo di primissimo piano – come sensibilità e fierezza interpretativa, ampiezza di riferimenti e di repertorio, puntualità filologica – tra gli epigoni bianchi del grandi bluesmen neri down home.
Ispiratosi inizialmente a Jimmy Reed, che da adolescente ascoltò al Teatro Apollo di Harlem, Hammond ha gradualmente integrato in una propria immagine espressiva Muddy Waters, John Lee Hooker e i maestri della tradizione prebellica, Son House, Blind Willie McTell, Robert Johnson.
Già a fuoco intorno ai vent’anni, questa immagine gli ha consentito di trovare una collocazione sin dall’epoca del blues revival, delle coffehouses e dei festival folk: il suo vibrante e sincero blues acustico di quella fase è documentato in una serie di suggestivi album Vanguard (1963-67). In una luce sempre più matura e intensa, l’Hammond interprete acustico, solitario, è stato da allora apprezzato in numerosissimi concerti, festival e registrazioni – e anche nell’epocale documentario del 1992 dedicato alla figura di Robert Johnson.
Pur conservando il proprio segno stilistico, tanto a livello vocale che strumentale, nel corso di una prestigiosa e articolata carriera Hammond ha spaziato anche per le diverse regioni espressive del blues elettrico, accompagnandosi su disco a musicisti e cantanti come Robbie Robertson, Dr. John, Michael Bloomfield, Duane Allman e il grande soulman Don Covay: mirabile appare la loro collaborazione nell’album Atlantic del 1969 The House Of Blue Lights.
Singolare quanto preziosa è stata inoltre, nel 2001, la collaborazione con il Tom Waits produttore e compositore per l’album Wicked Grin, su Virgin – un omaggio al contrastato, visionario mondo poetico dell’immaginifico songwriter di Los Angeles reso con l’appassionata schiettezza e il concreto lirismo del navigato e ispirato bluesman: il quale, due anni più tardi, ha confermato la sua splendida maturità e intensità di interprete in Ready For Love (Virgin), raccolta insieme eclettica e stilisticamente compatta, con suggestivi episodi country (il metafisico “Color Of The Bluesâ€? di George “Possumâ€? Jones), blues (il cupo, minaccioso “The Same Thingâ€? di Willie Dixon) e R&B (il classico e arguto “Money Honeyâ€? di Jesse Stone).
Hammond torna per la terza volta a IN BLUES, ancora una volta in esclusiva italiana, dopo i successi ottenuti nel 1999 e nel 2001.
John Hammond in concerto su YouTube: