Da vent’anni a Trento si rinnova l’appuntamento con Itinerari Folk, una manifestazione dedicata alle musiche etniche e di radice tradizionale che A? divenuta nel tempo un vero e proprio festival. Una manifestazione popolare, ma di ricerca, che fa cultura e intrattenimento come servizio pubblico. Non ci saranno festeggiamenti particolari, perchA� la festa sta tutta nel poter continuare anno dopo anno, evitando il rischio del mordi e fuggi e dell’effimero che oggi giorno dilaga, e costruire una storia ancorchA? piccola di riflessioni e incontri. La festa A? soprattutto anche quest’anno nel disvelare il programma, ricco di stimoli e percorsi: 18 serate, dal 28 giugno al 17 luglio, tra cui 13 concerti e 6 film documentari. Un giro del mondo tra nuove tendenze della world music, perle di antiche tradizioni, nuove produzioni discografiche, incontri con culture e personalitA� di rilievo.
In questo senso il primo capitolo di questa ventesima edizione potrebbe essere titolato “musica e cultura“. Vi appartengono gli spettacoli di Sivan Perwer, una delle piA? belle voci del Medio Oriente, ambasciatore in esilio del popolo Kurdo; la ricerca sulla vocalitA� femminile iraniana di Maryam Akhondy che apre una finestra sulla questione femminile nel suo paese; e infine il progetto Ahura dedicato a Rumi, uno dei piA? grandi poeti mistici del sufismo, nato nel 1207 in Afghanistan e comparato per la sua sensibilitA� a San Francesco d’Assisi.
Il secondo capitolo ci propone un’indagine sulle nuove tendenze: ci entrano senza ombra di dubbio il combo Dobrek bistro, oggetto di culto nei locali viennesi e gli occitano-baschi Xarnege che propongono un originale incontro acustico-elettronico di minoranze pirenaiche; ma anche l’Africa raffinata e un po’ scandinava di Seckou Keita, cosA� come le canzoni di Guinga, un grande chitarrista brasiliano capace di assorbire la dimensione del choro e del jazz reinventandole. Il terzo capitolo, che comprende i formidabili percussionisti spagnoli TactequetA? e i pugliesi Uaragniaun, A? l’occasione per far ritornare due gruppi che hanno riscosso un grande e crescente successo e che hanno nuove produzioni da presentarci.
L’ultimo capitolo A? un approfondimento non scontato sui balcani: l’interessante viaggio da Faenza fino alle pianure iraniane di un gruppo di casa nostra “Musica Officinalis“; l’incontro con la tradizione della Moldavia attraverso il grande violista Anatol Stefanet; ed infine la succosa anteprima nazionale del concerto di Toni Kitanovski e Cherkezi Gypsy Orchestra, macedoni, che ci regaleranno addirittura due esibizioni, la seconda in piazza Dante, in collaborazione con la Circoscrizione centro storico, aprirA� Trento Estate 2007. E poi i film per rivedere le storie di Ravi Shankar e Bob Marley, per parlare del Brasile della rivoluzione tropicalista e del choro, mentre dall’Africa arrivano un profilo della piA? grande voce egiziana Uhm Khultum e del chitarrista cantante maliano Boubacar TraorA?.
Questa sera, come detto il primo appuntamento con Sivan Perwer, musicistaA�Kurdo, che si esibirA� a partire dalle 21.30 nelA�Giardino del Centro Culturale S.Chiara.A�
Sivan Perwer A? nato il 23 dicembre 1955 a Sori, vicino a Viransehir, nei dintorni della cittA� di Urfa che appartiene ai territori Kurdi amministrati dalla Turchia. Poeta, cantante e suonatore di tembur, A? una delle voci piA? celebrate del Medio Oriente. PersonalitA� carismaica, viene ammirato in patria sia dalle vecchie che dalle nuove generazioni, ed A? riconosciuto in ogni parte del mondo come ambasciatore culturale del Kurdistan. GiA� negli anni settanta la sua fama di cantante lo porta ad esibirsi in concerti davanti a decine di migliaia di persone. E proprio a quell’epoca iniziano le difficoltA� con le autoritA� turche che lo considerano un elemento socialmente indesiderato. La ragione principale A? che Sivan canta in kurdo, un’identitA� culturale che deve essere dimenticata. Dopo arresti e incarcerazioni Sivan A? costretto ad andare in esilio in Svezia e da qui in Germania dove tuttora risiede. Per molti anni le sue canzoni sono state bandite in Iraq, Iran, Siria e Turchia a causa del suo impegno sociale, politico, culturale ed economico a favore del popolo kurdo. Le registrazioni della sua musica venivano diffuse clandestinamente perchA? il loro possesso comportava il rischio di andare in carcere.