Energia… Ma come si misura? Come si quantifica? Come si possono confrontare i dati?
Leggendo rapporti, previsioni, scenari futuri e dati tecnici relativi a centrali elettriche, veicoli, abitazioni, impianti industriali e quant’altro ci si rende conto che vengono usati (qualche volta anche in modo improprio) un sacco di termini e di unità di misura a volte poco conosciute e spesso non omogenee tra di loro.
Cito il dato che avevo fornito la volta scorsa nel mio post, ossia il consumo di energia elettrica annuale, che per il paese Italia ha superato negli ultimi anni la quota di trecentomila gigawattore.
In realtà l’obiettivo della volta scorsa era quello di segnalare un trend in via di crescita, non tanto quello di evidenziare il numero stesso. Tuttavia qualcuno, tra i “non addetti ai lavori� potrebbe chiedersi: “Ma sono tanti trecentomila gigawattore (e più) assorbiti ogni anno dalle nostre reti elettriche?�.
Potrebbero poi sorgere domande spontanee del tipo: “quanto combustibile devo bruciare per ottenere un gigawattora?�, o ancora “quanti di questi gigawattore mi servono per fare cento chilometri con la mia automobile?� e via dicendo…
Non voglio entrare nei dettagli facendo noiosi calcoli di massima su quanto a lungo potremmo far funzionare una lavatrice con un gigawattora (magari in futuro lo farò!), o quanti litri di petrolio dobbiamo bruciare per fare due tazzine di caffè con una cucina a piani di cottura elettrici.
E’ invece più utile cercare di far luce sulle unità di misura dell’energia: troviamo il chilowattora (o i suoi multipli mega, giga e tera), le chilocalorie (si! Proprio quelle che troviamo sulle confezioni degli alimenti!), i Joule (vera unità di misura ufficiale nel Sistema Internazionale di misura!) e, se gli amici inglesi ce le prestano, possiamo anche trovarci di fronte le enigmatiche BTU (British Thermal Unit). E a questo punto, senza fattori di conversione diventa un po’ complicato destreggiarsi.
In realtà il motivo di tanta varietà sta nei “vari tipi di energia� che siamo abituati ad utilizzare: quella per riscaldare la casa (e allora useremo le chilocalorie) o quella per far funzionare gli elettrodomestici (esprimibile comodamente in chilowattore). Tuttavia ogni espressione di energia deve ricondursi ad un valore confrontabile con un altro. Quello che nella pratica si usa per “adottare un linguaggio universale� è l’unità TEP (Tonnellata Equivalente di Petrolio): essa ci dice in linea di massima quante tonnellate di petrolio dobbiamo (o dovremmo) bruciare per avere quella quantità di energia.
Il termine “equivalente� è d’obbligo, poiché non è detto che un determinato processo di produzione e di consumo di energia coinvolga il petrolio; si pensi ad esempio all’energia idroelettrica che sfrutta l’energia cinetica dell’acqua per produrre corrente elettrica. Quando si vogliono confrontare dati, specialmente su larga scala, dei consumi energetici globali si ricorre a queste TEP, che detto in breve corrispondono a circa 11.600 kWh (si parte dal presupposto che 1 kg di petrolio ha un contenuto energetico di 10.000 chilocalorie).
Il tutto sembra una noiosa banalità a metà tra la matematica e la fisica, ma ogni “goccia�di energia che serve al sistema (e quindi a noi stessi!) per andare avanti è tutt’altro che banale. Dunque sapere almeno quantificare a grandi linee l’energia che possiamo produrre e quella che consumiamo è un diritto ed un dovere di tutti.
Fonti, processi, modi, tecnologie e tutto il resto è compito dei tecnici!
Paolo Mosaner