domenica , 22 Dicembre 2024

IL FILM “AMORES PERROS� PER LA FESTA DELL’OFFICINA
mercoledi sera si chiude la rassegna Periferiche (re) Pulsioni

Amores PerrosCon la proiezione del film Amores Perros, mercoledì sera, si chiude la stagione 2005/2006 del NuovoSpazioArte L’OFFicina a Trento. Una stagione partita nell’autunno dello scorso anno con la nascita dal nulla dello SpazioArte in Via Venezia e che ha visto nove mesi di intensissima attività in un alternanza sul suo palcoscenico e nelle proprie stanze eventi e manifestazioni di carattere artistico nel senso più ampio del termine. Dal lungo ciclo di lettureINmusica sui grandi autori del nostro tempo , alle rassegne su EROS e Cinema MUTO, dai concerti acustici del LIVEinOFF, agli stage teatrali e musicali curati dalla compagnia Trento Spettacoli, dalle mostre di fotografia alle quattro bellissime rassegne di Cineforum curate sempre dall’Associazione Culturale OZ di Trento. L’appuntamento di oggi (ore 21.30) chiuderà proprio con il quarto ed ultimo film della rassegna di cineforum “Periferiche (re)pulsioni” organizzata dall’Associazione Culturale OZ. Opera prima delcineasta messicano A.G. Inarritu, men che quarantenne, Amores perros inscena tre vicende che s’incontrano al crocicchio d’un terribile incidente stradale. Nella prima, l’adolescente Octavio – che incassa grosse somme facendo combattere il proprio cane per soldi – ha deciso di fuggire con Susana, moglie del fratello maggiore; nella seconda, il ricco quarantenne Daniel abbandona la propria famiglia per andare a vivere con la splendida modella Valeria; nella terza, l’ex-guerrigliero comunista El Chivo – divenuto un barbone e ridottosi, per vivere, a commettere assassini su commissione – accetta un incarico che per la prima volta non assolverà. A decidere i destini di tutti un terribile scontro automobilistico. Amores Perros è un mosaico sfaccettato e imprevedibile ricco di personaggi veri e situazioni intelligenti: si passa dalla violenza cieca e bestiale del primo frammento alla meditazione sulla vita del terzo, passando per l’operetta morale sul destino della seconda tranche de vie. L’esordiente regista (classe 1963) mette alla berlina la razza umana e specialmente la classe proletaria, esplicitamente paragonata a quella canina, e forse ben peggiore di essa perchA� cosciente delle proprie azioni: ma è proprio questa consapevolezza che può, al contrario, far ribaltare una vita e donargli un senso. Ognuno dei tre protagonisti ha un progetto destinato al quasi totale fallimento, ma dopotutto "siamo anche ciò che perdiamo", come dice la bellissima epigrafe conclusiva: e proprio qui sta la profondità di un film amaro, beffardo e cinico ma mai gratuito che il regista dimostra di destreggiare alla perfezione, intrecciando con abilità e gusto storie diverse senza mai ingenerare sazietà o noia. Ma il NuovoSpazioArte L’OFFicina non va in vacanza e per il mese di luglio sono già pronte un nuovo ciclo di letture musicate su Alessandro Baricco e uno stage di lettura curato dall’attrice e regista Maura Pettorruso.

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