L’anno scorso la notizia mi ha lasciato addosso una scarica di adrenalina: al Festival dell’Economia sarebbe arrivato Zygmunt Bauman.
Bauman era stato per me una scoperta folgorante, ai tempi della mia tesi di laurea: una di quelle volte (rare per me) che i contenuti di un testo di sociologia si incrociavano con i dubbi che una persona si pone a fine giornata, quando cerca di ricostruire un senso a ciò che ha vissuto e s’interroga su fatti e persone, in una realtà che gli sta sfuggendo di mano.
Bauman era questo per me, quando un anno e mezzo fa scoprii che sarebbe arrivato a Trento come relatore del Festival dell’Economia.
Nota dolente: nonostante la mia ferma volontà , allora non riuscii ad assistere alla sua conferenza. Quando arrivai, nonostante mancasse più di un’ora, fuori dal Santa Chiara si estendeva una fila di centinaia di persone che attendevano di prendere posto prima di me.
Così me lo sono persa.
Quest’anno, domenica 3 giugno arriva Gary Becker, premio Nobel per l’Economia 1997, colui al quale si deve il concetto stesso di “capitale umano”, tema dominante del Festival di quest’edizione, intitolata “Capitale umano, capitale sociale“.
Anche per chi non ha alle spalle studi specifici in materie economiche, l’argomento è fonte di riflessioni, suscita curiosità ed attenzione, accendendo la stessa sete di risposte come accadde l’anno scorso.
Questo infatti è l’elemento che è stato centrato dagli organizzatori dell’evento: oltre a richiamare studiosi ed addetti ai lavori, gli argomenti riescono ad intercettare l’attenzione di chi si interroga sul senso delle cose oggi, e che ne ricerca risposte spesso tra gli scaffali della saggistica in libreria.
Quello con Gary Becker sarà dunque l’appuntamento centrale di quest’edizione del Festival dell’Economia, anche quest’anno affidato a Tito Boeri.
Secondo Becker il capitale umano è un bene “che ha a che fare con le competenze dell’uomo, la sua istruzione, la sua formazione, la salute. È un capitale perché è parte integrante di ciascuno di noi ed è qualcosa che dura, al modo in cui dura un macchinario, un impianto o una fabbricaâ€?.
“Naturalmente – dice sempre il premio Nobel Becker – le attrezzature, gli impianti in un’impresa sono necessari, ma è altrettanto fondamentale che ad utilizzare gli strumenti di lavoro ci siano persone capaci, sia fra i lavoratori, che fra gli imprenditori. Sempre secondo Gary Becker, professore all’Università di Chicago, “La crescita risulta impossibile in assenza di una solida base di capitale umano. Il successo dipende dalla capacità di una nazione di utilizzare la sua genteâ€?.
“Un Paese che ha più capitale umano – aggiunge Tito Boeri, coordinatore scientifico del Festival di Trento – ha spesso anche più capitale sociale, una rete informale di relazioni fra persone in grado di valorizzare e perseguire il bene comune. Inoltre – continua Boeri – quando c’è più capitale sociale c’è meno bisogno dello Stato per rimediare ai fallimenti del mercatoâ€? (dal comunicato ufficiale di presentazione del Festival dell’Economia di Trento).
Per quel che mi riguarda, spero che quest’anno siano predisposte sale più capienti, perché è grande il fascino di sentir parlare dal vivo scienziati che di solito sono per tutti noi principalmente teorie scritte e magari studiate, e spero che il Festival susciti la stessa sete di risposte dell’anno scorso.
E se poi, usciti dalla sala conferenze, ci torna la voglia di leggerli su carta stampata, in Piazza Duomo le librerie indipendenti di Trento allestiscono un punto vendita specializzato in pubblicazioni sui temi del Festival.
Serena Torboli
Per approfondire:
il blog di Gary Becker >
un argomento di cui parlano i quotidiani di Trento in questi giorni, la posizione di Becker in merito alla pena di morte, è stato ampiamento affrontato sul suo blog nel dicembre 2005 >