È giunto al suo epilogo il progetto Family Monument realizzato dall’artista inglese Gillian Wearing per la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento.
È ora il momento di tirare le somme, di ripensare in maniera critica – lontano dal dibattito e dalle polemiche generate dall’evento – le varie fasi del lavoro ed i relativi contenuti sedimentatisi nel sentire collettivo.
L’elemento di maggiore caratterizzazione dell’opera è sicuramente la sua impronta “sociale� calatasi in un dibattito non solo nazionale e scaturita da un periodo di riflessione intorno ad un concetto mobile e liquido quale quello della famiglia contemporanea.
Il processo che ha portato alla realizzazione del monumento bronzeo alla famiglia trentina tipo del 2007, posizionato nei giardini di Piazza Dante, sul lato di via Torre Vanga, è partito nel marzo del 2007 con la presentazione dei dati statistici sulla tipologia familiare prevalente in provincia, eseguita per l’occasione da Ivano Bison, docente di Metodologia e Statistica alla Facoltà di Sociologia di Trento. Fondamentale si è rivelato l’acceso dialogo con la comunità locale, che – dispiegatosi attraverso interviste raccolte per strada, una bacheca che invitava il pubblico della Galleria a lasciare una definizione personale di famiglia, uno spazio sulla stampa locale (sul Trentino per il sondaggio riguardo ai caratteri della famiglia trentina tipo, su L’Adige per la raccolta delle candidature da parte delle famiglie residenti in provincia) e infine ritratti fotografici e lettere inviate dalle famiglie per partecipare alla selezione – ha costituito un momento partecipativo e attivo nello svolgersi dell’intero progetto. Un periodo di “caccia alla famiglia trentina tipoâ€? dunque, che ha aperto il varco per la costruzione di una piattaforma che, snodandosi attraverso diversi mezzi di comunicazione e momenti di socialità , ha messo in luce dubbi e perplessità , incertezze e bisogni, mappando i diversi punti di vista dei trentini nei confronti di un argomento tanto attuale.
La sera del 10 giugno 2007 al Teatro Sociale cinque famiglie finaliste, scelte sulla base dell’identikit statistico e della documentazione raccolta, si sono confrontate di fronte a una giuria rappresentativa di diversi settori della comunità (un sociologo, un politico, una psicologa, una giornalista, un artista, un prete, una studentessa), che ha scelto infine la famiglia Giuliani.
Antonio, Olimpia, Maria Eleni, Leonardo ed il loro cagnolino sono stati dichiarati vincitori per “il senso di armonia che li contraddistingue, sia dal punto di vista plastico che psicologico�.
Il piano di rappresentatività è stato dunque raggiunto attraverso uno studio pragmatico e una selezione trasparente e tangibile. Il monumento in bronzo è riproduzione letterale di un’unità familiare concreta, esistente, ma che inevitabilmente non può essere rappresentativa di un’idea immateriale e sfuggente ad ogni statistica quale quello della famiglia. Ed è proprio questo aspetto ciò che il monumento incarna: metafora dell’imprendibilità di un concetto a cui vengono attribuiti valori diversi a seconda di chi lo interpreta o lo vive.