Ogni quattro imprese esistenti nel nostro Paese, una ha una donna al comando. In diverse realtA� provinciali, come Avellino e Benevento, o regionali, come il Molise, la��esercito delle donne che fa impresa raggiunge il 30% del totale. In alcuni settori, poi, come la sanitA� e i servizi alla persona, quasi una impresa su 2 A? a�?rosaa�?. Questa la fotografia della��universo della��imprenditoria femminile in Italia nel 2013, scattata dalla��Osservatorio di Unioncamere.
A fine dicembre scorso, 1.429.897 imprese a guida femminile, pari al 23,6% del totale del tessuto produttivo nazionale, hanno trovato comunque le risorse e le energie per crescere di 3.415 unitA� rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Meno del passato, certo, ma con il coraggio, la��ostinazione e la creativitA� che tante donne hanno saputo dimostrare nel tempo. E persino con piA? temperamento della media, visto che il loro incremento A? percentualmente superiore a quello del totale delle imprese (+0,24% contro +0,20%). Una dinamica peraltro confermata anche dai dati del triennio: tra dicembre 2011 e dicembre 2013, infatti, le imprese in rosa segnano una variazione percentuale dello 0,75% (pari a +10.713 unitA�), a fronte di una media della��intero tessuto imprenditoriale italiano che, nello stesso periodo, A? avanzato dello 0,56%.
Per quanto riguarda invece il lavoro dipendente, sulla base delle previsioni di assunzione riguardanti il 2013, raccolte dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le imprese della��industria e dei servizi avevano programmato di assumere almeno 104mila donne.
a�?Per far nascere una impresa occorrono risorse economiche. E questo A? un grande problema soprattutto a�� ma non solo a�� per le molte donne che potrebbero dar corpo alle proprie aspirazioni mettendosi in proprioa�?, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. a�?Sulla loro strada, tuttavia, esse incontreranno i Comitati per la��imprenditoria femminile, terminale dedicato alle donne delle Camere di commercio, fortemente impegnati in questi mesi nella sensibilizzazione del tessuto produttivo circa le opportunitA� previste dalla Sezione Speciale Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari opportunitA� del Fondo di Garanzia per le PMI espressamente dedicato alle donne, operativa dallo scorso 14 gennaio. Il Governo ha scelto infatti i Comitati, con le Camere di commercio, quali presidi territoriali e le nostre strutture hanno messo in campo tutte le energie per attivare punti informativi ad hoca�?.
Cosa scelgono le donne e dove
Molise (29,7%), Abruzzo (27,8%) e Basilicata (27,7%) sono le regioni in cui la��incidenza della componente imprenditoriale femminile A? maggiore. Tra le province, invece, spiccano Avellino e Benevento, con oltre il 32%, Frosinone e Isernia, che superano il 30%, Chieti, Campobasso e Grosseto con percentuali superiori al 29%.
Nel fare impresa le donne mostrano una��alta dose di concretezza, avendo scelto nel tempo ambiti che, per tradizione ma anche perchA� probabilmente si avvicinano di piA? alla sensibilitA� femminile, meglio si adattano alla��universo a�?rosaa�?: il commercio, la��agricoltura e il turismo, quindi, sono i settori in cui la��impresa femminile A? piA? numerosa. Sono perA? le altre attivitA� di servizi, e, al loro interno, in particolare, i servizi alla persona, e la sanitA� i comparti in cui la componente femminile ha un peso percentuale piA? consistente, arrivando a sfiorare il 50% nel primo caso, superano il 40% nel secondo. A seguire, le attivitA� di alloggio e ristorazione e la��istruzione, nei quali una impresa su 3 A? a guida femminile.
Cosa��A? cambiato in un anno
Dopo aver messo a segno ritmi di crescita consistenti, anche la��impresa femminile a�� come tutto la��universo imprenditoriale – rallenta la sua galoppata, crescendo sostanzialmente la metA� del 2012. Lombardia, Lazio e Toscana registrano questa��anno i saldi e le variazioni piA? elevate, andando a compensare le riduzioni soprattutto di Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia in termini di saldo, e di Valle da��Aosta e Basilicata in termini di variazione percentuale. A livello provinciale, Roma e Milano risultano ancora di piA? questa��anno terra da��attrazione per le donne da��impresa, segnando saldi positivi rispettivamente di 1.501 e 1.410 unitA�. La maglia rosa in termini di variazione percentuale spetta perA? a Prato, Novara, Milano e Siracusa, in cui le imprese femminili crescono del 2%.
Se nel 2013 il settore che registra il saldo piA? consistente (+3.727 imprese) A? quello turistico, si irrobustisce la presenza di imprese a�?rosaa�? anche in ambiti tradizionalmente maschili: le AttivitA� finanziarie ed assicurative, ad esempio, contano 1.806 imprese femminili in piA?; quelle di Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese 1.515 in piA?; le Costruzioni, in controtendenza rispetto al totale delle imprese, mettono a segno un incremento di 991 imprese a guida femminile. Sul fronte opposto, la��Agricoltura che (in linea con la��assestamento strutturale del settore in corso da oltre un decennio) registra una perdita di 10.669 imprese femminili, e le AttivitA� manifatturiere (-527).
La��impresa femminile, strutturalmente ancora piuttosto debole (quasi 853mila le ditte individuali oggi registrate alle Camere di commercio), sembra perA? proiettata verso una��organizzazione piA? moderna e in linea con i tempi: nel 2013 sono ben 9.548 le societA� di capitali in piA? rispetto alla��anno precedente, con un incremento del 4,37%. Consistente anche il saldo attivo delle Cooperative (+823 pari al +2,77%). La crisi colpisce invece soprattutto le ditte individuali, che cedono questa��anno 6.246 posizioni, e le SocietA� di persone (ridottesi di 1.066 unitA�).
104mila donne al lavoro nelle imprese nel 2013
Quanto al lavoro dipendente, i programmi di assunzione provenienti dalle imprese della��industria e dei servizi lo scorso anno hanno riguardato 104mila donne. Le previsioni monitorate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, mostrano infatti che, delle circa 563.400 entrate non stagionali e stagionali programmate dal settore privato, quasi 104.400 erano riservate alle donne, oltre 162.400 agli uomini, mentre per quasi 300mila assunzioni (quasi il 53%) le imprese non hanno fornito preferenze di genere.
La componente femminile si concentra ancora principalmente in quattro settori di attivitA� economica (tutti tra i servizi), che assorbono oltre il 70% della domanda complessiva di donne: servizi turistici, di alloggio e ristorazione, con quasi 29.000 assunzioni previste nel 2013 (il 28% del totale delle assunzioni in rosa); commercio (oltre 18.000 e 17%); servizi alle persone (quasi 17.000 e 16%); un ulteriore 10% delle donne programmate in assunzione nel 2013 era previsto in entrata nel settore dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone. La��industria nel suo complesso assorbe meno del 30% della componente femminile della domanda di lavoro da parte delle imprese, che si concentra prevalentemente nelle industrie alimentari, in quelle del sistema moda (circa 4.500 assunzioni, pari a oltre il 4% del totale delle assunzioni femminili in entrambi i casi), nelle industrie metalmeccaniche ed elettroniche (quasi 3.000 assunzioni e 3%) e nelle costruzioni (2.600 assunzioni e 3%).
Tra le professioni a�?piA? femminilia�? nel 2013 spiccano quelle appartenenti al gruppo delle figure qualificate nelle attivitA� commerciali e nei servizi (45.000 assunzioni a�?rosaa�? programmate, pari al 43% del totale assunzioni femminili). Basso invece il grado di assorbimento da parte di gruppi professionali quali gli artigiani e operai specializzati (5.600 assunzioni, pari al 5% del totale femminile; la corrispondente quota, nei maschi, raggiunge il 35%) e i conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili (4.800 assunzioni, 4%; 19% nel caso degli uomini).