Prendono il via le Stagioni di prosa nei Comuni aderenti al CIRCUITO TEATRALE TRENTINO.
Il primo spettacolo della stagione di Prosa di Mezzolombardo a�?Fausto e gli sciacallia�? A? un felice ritorno di Paolo Triestino e Nicola Pistoia, giA� diverse volte presenti sul palcoscenico di Mezzolombardo con esilaranti spettacoli. Tesero apre la Stagione di Prosa con un grande classico a�?La Principessa della Czardaa�?, operetta di E. Kalman presentata la prima volta a Vienna nel 1915 mentre Ala propone a�?Il mercante di Veneziaa�? una delle opere piA? note e ambigue di Shakespeare, ricca di simboli e di livelli di letteratura.
Ghione Produzioni
IL MERCANTE DI VENEZIA
di William Shakespeare – riadattamento di Giorgio Albertazzi
con Giorgio Albertazzi, Franco Castellano, Stefania Masala, Gaspare Di Stefano, Francesco Maccarinelli, Ivana Lotito, Cristina Chinaglia, Mario Scerbo, Vanina Marini, Diego Maiello, Alessandra Scirdi, Erika Puddu.
regia di Giancarlo Marinelli
ALA a�� martedA� 18 novembre 2014 a�� Teatro G. Sartori A�a�� ore 21.00
Per me a�?Il Mercante di Veneziaa�? A? sempre stata la sinfonia della giovinezza.
SarA� per questo che la Venezia di Shakespeare, nella mia fantasia, nulla a che vedere con quella pastellata ed appestata di Thomas Mann o con quella livida e morente di Giuseppe Berto; immagino questa Venezia simile ad una spiaggia della California; ragazzi bellissimi, donne sinuose come sirene, moto (scafi) che alzano la sabbia e le onde, un senso continuo di vertigine, una perpetua vacanza, musica dappertutto, feste dappertutto, un sabato sera periodico nella impossibile moltiplicazione della giovinezza: questi ragazzi veneziani fanno continuamente ciA? che io, ogni volta che approdo in Laguna, vorrei fare: il bagno. Li vedo sempre umidi e seminudi, distesi al sole; anfibi verticali che sbracciano e abbracciano la cittA�.
Shylock odia Antonio, Bassanio e la loro cricca perchA� vorrebbe depredare quella giovinezza che non ha piA?, (di qui la��ossessione per la libbra di carne, che ha, di fatto, lo stesso significato della��ossessione per la��immortalitA� di Faust); e Antonio e Bassanio detestano Shylock perchA�, in qualche modo, in lui scorgono il tramonto, il capolinea, il bicchiere rotto a fine festa che, inesorabilmente, li attende. In questo senso Shylock A? Antonio; Shylock A? Bassanio; Shylock A? Porzia. Ea�� tutto ciA? che sono e tutto ciA? che saranno. Per questo Shylock non puA? essere la��ebreo rachitico, obliquo ed incartapecorito tratteggiato da Celine; anzi, A? uno splendido condottiero, un ipnotico sciamano che si muove tra le calli a bordo di una stranissima zattera, (cosA� come aveva immaginato Zanzotto per un film di Fellini).
Shylock, per me, A? magnetico, irresistibile, perfettamente padrone di ogni avventura e sventura; tanto da rendersi conto, nel processo finale, che Porzia si A? travestita da giureconsulto: A? Shylock che decide di chinare il capo, di perdere tutto. Di tornare giovane dentro a Porzia. SA�; Shylock A? la��uomo piA? bello e piA? giovane che io conosca. Ea�� Giorgio Albertazzi.
A�Neraonda
FAUSTO E GLI SCIACALLI
di Gianni CLEMENTI
con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Elisabetta De Vito, Ciro Scalera, Sandra Caruso e Ariele Vincenti
regia di Nicola Pistoia e Paolo Triestino
MEZZOLOMBARDO a�� martedA� 18 novembre 2014 a�� Teatro S. Pietro A�a�� ore 21.00
PERGINE VALSUGNA a�� mercoledA� 19 novembre 2014 -Teatro Comunale di Pergine V. ore 20.45
Dopo i successi di a�?GrisA?, Giuseppe e Mariaa�? e a�?Ben Hura�? continua la collaborazione di Paolo Triestino e Nicola Pistoia con la��autore Gianni Clementi, che ha scritto per loro, il nuovo testo a�?Fausto e gli sciacallia�?. Fausto, 50enne, ex leader e cantante di un complesso, Gli Sciacalli, che hanno conosciuto negli anni a��80 un momento di popolaritA�, oggi si arrabatta per vivere facendo la��ambulante nei mercati rionali e nelle sagre di paese. Vive con sua moglie Ottavia ed il figlio Elvis nella periferia romana, presso la casa del padre. Una vita che si trascina stanca, complicata, priva di soddisfazioni, con il rimpianto per quella��attimo di gloria. Fausto rappresenta un poa�� ciA? che A? ed A? stato il nostro paese. Un paese che ha vissuto momenti di grande slancio economico ed intellettuale e adesso A? allo sbando, in cerca di un sogno, una speranza. Un paese che spesso affida al Superenalotto o alle macchinette dei videopoker la��illusoria soluzione dei problemi. E quando qualcuno, chiunque esso sia, irrompe sulla scena e ti propone il sogno A? facile perdere luciditA� e ricacciare indietro istinti critici. Come un assetato nel deserto, per te adesso esiste solo quel miraggioa�� una birra ghiacciata! Il resto non conta ed anche la memoria delle cose importanti viene risucchiata dal vortice di adrenalina in circolo nelle vene. Spetta al batterista dare il tempo di un nuovo inizio: lo show sta per cominciare!
A�A�
Teatro Musica Novecento
A�LA PRINCIPESSA DELLA CZARDA
Operetta in due atti di E.Kalman
con Elena Rapita, Antonio Colamorea, Alessandro Brachetti, Silvia Felisetti, Fulvio Massa, Francesco Mei e Marco Falsetti
Corpo di Ballo Novecento
Coreografie di Salvatore Loritto
Scene e Costumi: ArteScenica Reggio Emilia
Orchestra a�?Cantieri da��Artea�? diretta da Stefano Giaroli
Regia di Alessandro Brachetti
TESERO a�� mercoledA� 19 novembre 2014 a�� Teatro Comunale di Tesero a�� ore 21.00
Presentata al Teatro Johann Strauss di Vienna il 13 novembre 1915, proprio nei giorni della��assassinio di Sarajevo e dello scoppio della prima guerra mondiale, a�?La Principessa della Czardaa�? ottenne uno dei piA? grandi successi della storia della��operetta (successo che si A? rinnovato intatto fino ai nostri giorni). Il libretto si rifA� alla tipica atmosfera del crepuscolo della��Impero Asburgico, ispirandosi alle piA? frequenti conversazioni da salotto e alla��argomento piA? popolare in quella��epoca: quello dei matrimoni impossibili tra rampolli della��aristocrazia viennese e belle ed affascinanti primedonne del varietA�. A�Anche se la��operetta riporta il conflitto nei termini di una brillante commedia, tuttavia la materia ha un suo nucleo di realismo e di credibilitA�A�.
Il giovane principe di Lyppert-Weylersheim, Edvino, trascorre le sue serate in un celebre locale notturno di Budapest, l’Orpheum. Qui si innamora di Sylva, diva del momento. Purtroppo il suo romanzo d’amore A? destinato a durare poco.A� Infatti suo padre, contrario a questo legame, ha preparato per il figlio un fidanzamento ufficiale con la contessina Stasi. Ma Sylva ed Edvino si amano profondamente e, prima di lasciarsi, il principe stipula un contratto di nozze col quale promette di sposarla entro otto settimanea��..
Fatebenesorelle teatro
ONORATA SOCIETA� a�� Il Vajont dopo il Vajont
di Francesco Niccolini
con Patricia Zanco
regia di Daniela Mattiuzzi |
BORGO VALSUGANA a�� giovedA� 20 novembre 2014 a�� Teatro del Centro Scolastico di Borgo A�Valsugana a�� ore 21.00
Onorata SocietA� A? un carosello negro, degno di una dittatura sudamericana, colletti bianchi e mutande sporche di sangue. Si rapina e si rapisce, si fanno scomparire i corpi, e poi tutti assolti. Si mangia, si beve e si brinda, in nome del profitto e della luce elettrica.
Debosciati perversi corruttori che scannano il fiero pasto, fino a spolpamento definitivo. Un feroce banchetto al quale sono seduti presidenti, vassalli, valvassori, servi e luogotenenti che nella carne affondano i denti. Impuniti ingrassano, unti e volgari: industriali, scienziati, tecnici, avvocati, giudici, commercialisti, professori universitari, notai, giornalisti, funzionari dello stato.
Vajont, 9 ottobre 1963. Precipita una montagna, cade su un bacino idroelettrico: 1917 morti. FatalitA�, natura crudele? O calcolo del profitto? Natura violentata, catastrofe inevitabile e prevedibile. Intatta la diga “capolavoro”. Distruzione e morte
tutto intorno. E dopo? L’onorata societA� A? un coro di personaggi, umani e non,
frammenti di voci che dalla mezzanotte del 9 ottobre 1963 raccontano la loro versione della tragedia e di quello che ne seguA�. Tragedia? No, questo A? un genocidio. La storia del Vajont A? la storia di un genocidio, del piA? feroce e arrogante sfruttamento di una terra che ne uscirA� annientata, di una deportazione e di come si possa distruggere, non solo nei corpi ma anche nello spirito, un’intera comunitA�. Per molte generazioni e forse per sempre.
(Francesco Niccolini)
“Onorata SocietA�” A? il nostro nuovo spettacolo che con ironia e rabbia entra sotto la pelle viva di una tragedia nazionale che non ha fine: quella di una classe dirigente rovinosa. Tragedie che non finiscono nel loro accadere ma si moltiplicano con effetti incontrollati sulla societA�, provocate dai vizi capitali di controllori e controllati che ci portano alla deriva. Non abbiamo piA? corazze che ci possano difendere da mani criminali e consapevoli di una classe industriale, politica e finanziaria senza scrupoli, e da uno Stato incapace diA� difendere il territorio e i suoi cittadini. Il Vajont diventa cosA� un tragico modello esemplare che in Italia si ripete sistematicamente, per arroganza e corruzione e che ci lascia la disperazione di una domanda senza risposta: di chi ci possiamo fidare?