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Con la��arrivo del nuovo anno molte persone si rivolgono al CRTCU per chiedere informazioni sul pagamento del canone Tv.
Soprattutto a seguito dei numerosi problemi causati dal passaggio al digitale, la gente vorrebbe a�?non pagare per servizi non resia�? e secondo il CRTCU ne avrebbero tutti i sacrosanti diritti ma purtroppo quello che sembra il corrispettivo per un servizio in realtA� non lo A?. A ciA? si aggiunga, seppure solo di 1 euro e mezzo per la��adeguamento al tasso di inflazione, la��aumento del canone per il prossimo anno previsto da un decreto firmato dal vice ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani, con il quale la cifra da pagare passa da 107,5 a 109 euro: decreto tra la��altro tassativamente bocciato dalla��Agcom. E quindi per molti Trentini, oltre al danno di non riuscire a ricevere anche la beffa del piccolo aumento.
La��occasione, quindi, A? propizia per spiegare che cosa A? il canone Tv, da quali regole A? retto e come fare eventualmente a non pagarlo. Intanto ripetiamo che non A? il corrispettivo di un servizio, ma una��imposta sul possesso della��apparecchio televisivo; siamo per tanto obbligati a pagare indipendentemente dall’effettiva ricezione o ricevibilitA� dei programmi televisivi, quindi sia in caso di impossibilitA� a riceverli (ad esempio per interruzioni temporanee o croniche della copertura di irradiazione o per altri motivi “tecnici”), che nel caso di mancanza di interesse alla ricezione.
Il canone A? nominale, cioA? intestato a chi detiene la��apparecchio ed A? unico indipendentemente dal numero di apparecchi posseduti e dal luogo dove sono tenuti. Il soggetto obbligato A? il detentore, quindi non importa se dell’apparecchio si sia proprietari o sia invece di proprietA� altrui e ceduto a chi lo detiene semplicemente in prestito.
Il canone A? dovuto per la detenzione di a�?apparecchi televisivia�? e di a�?apparecchi atti o adattabilia�? alla ricezione di trasmissioni televisive. Invero, non esiste una lista di quali siano gli apparecchi per cui si paga un canone, perchA� manca una legge che lo dica. Sicuramente sono esclusi i computer non collegati ad un dispositivo contenente un sintonizzatore tv o tvfonini.
In che caso A? possibile disdirre il servizio?
Vi sono situazioni particolari in cui A? possibile fare disdetta ma, ricordiamo che essa deve essere accompagnata da allegati che comprovino la tipologia di disdetta:
1. Quando il contribuente cede tutti gli apparecchi in suo possesso, dando esatta comunicazione delle generalitA� e indirizzo del nuovo possessore oltre al numero della��abbonamento;
2. Quando il contribuente ha rottamato l’apparecchio (descrivendone sempre marca e modello e allegando copia della ricevuta della rottamazione);
3. Quando il contribuente comunica di non essere piA? in possesso di alcun apparecchio, fornendone adeguata comunicazione (ad es. per furto o incendio);
4. Quando il contribuente richiede che il suo apparecchio sia reso inutilizzabile ovvero il cosiddetto suggellamento (operazione eseguita per conto della��intendenza di finanza mediante avvolgimento dell’apparecchio in sacco di juta chiuso da sigilli);
5. Quando il contribuente trasferisce la residenza in casa di riposo.
Si ricorda inoltre che alla��atto della disdetta bisogna dichiarare che nessun altro televisore A? posseduto dal contribuente o dai familiari: tale dichiarazione A? sostitutiva della��atto di notorietA� e qualsiasi falsa dichiarazione puA? essere punita. Ricordiamo anche che senza il consenso del contribuente nessun funzionario RAI puA? entrare in casa per le verifiche. Insomma, una delle tasse piA? odiate dai contribuenti A? anche quella piA? complicata da disdettare: per il 2010 la disdetta andava fatta entro la fine del 2009, mentre per il suggellamento bisognava inviare raccomandata con copia del pagamento di Euro 5,16 effettuato tramite vaglia postale entro il 30 novembre 2009 e dunque la��eventuale disdetta verrebbe considerata per il 2011 e il 2010 dovrebbe comunque essere pagato.