Lo scorso mercoledA� 8 ottobre, in occasione dell’incontro “Il Trentino che vorremmo. Innovazione e Ricerca“, organizzato presso il Centro Rosmini da A.D.Ele (Associazione Donne Elettrici), Lorenza Ferrario – ricercatrice presso la Fondazione Bruno Kessler – ha affrontato il tema dei finanziamenti in ricerca e dell’occupazione femminile in Trentino.
In merito a quest’ultimo tema, i microfoni di TrentoBlog hanno chiesto alla dott.ssa di illustrare il quadro percentuale della suddetta occupazione sia in ambito politico – manageriale che in quello della ricerca scientifica.
L. Ferrario, dopo aver definito le difficoltA� che incidono sull’occupazione delle donne, ha inoltre delineato il profilo di quelle professioniste che, nonostante le difficoltA� hanno conquistato posizioni di spicco.
Ascolta l’intervista a Lorenza Ferrario (5’24” – 4,95 Mb)
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L’Investimento del Trentino in ricerca:A�
GiA� a partire dagli anni ’90 i Paesi europei hanno iniziato ad investire in sviluppo scientifico e sulla valorizzazione del capitale umano e delle sue potenzialitA�. Paesi quali la Spagna, grazie a questa tendenza, hanno registrato un aumento costante del PIL arrivando addirittura ad un incremento positivo di 8 punti percentuali nell’arco di soli 5 anni (dal 2001 – 2006).
L’Italia purtroppo, non ha invece sufficientemente investito nella riceca e nello sviluppo arrivando infatti a registrare delle contrazioni piuttosto che dei trand di crescita del proprio prodotto interno lorodo.
Il Trentino, grazie all’Autonomia, ha potuto invece investire in ricerca e sviluppo piA? del resto del Paese sebbene meno rispetto agli standard europei. In pochi anni sul territorio sono comparsi importanti istituti di ricerca quali: La Fondazione Bruno Kessler; la Fondazione Edmund Mach; COSBI Microsoft – UnitA� di Trento;A� sedi locali di aziende nazionali (quali FIAT ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche); IPRASE… il cui contributo aiuta in modo importanate l’economia regionale.
Le candidate alle prossime elezioni provinciali, a conclusione del dibattito si sono confrontate in merito alle future modalitA� di investimento.
I punti sui quali si A? universalmente raccolto il consenso sono sostanzialmente due. In primo luogo, la necessitA� di sviluppare dei servizi d’informazione che, con modalitA� semplici e putuali, permettano ai cittadini di conoscere i settori nei quali il denaro viene investito e, secondariamente, ideare delle modalitA� attraverso le quali poter almeno in parte coinvolgere la popolazione nei processi decisionali che stanno alla base di tali finanziamenti.
Intervista ed articolo di Jessica Ceotto