a�?a�� nel 1953, in marzo, faccio la scoperta della pittura e il primo pittore che fotografo A? nientepopodimeno chea�� Picasso! Il quale qualche anno piA? tardi, mi avrebbe detto: a�?Sono stato io a metterti al mondo!a�?
Imperdibile una delle mostre piA? attese di tutta la��annata espositiva italiana, a�?Picasso e la modernitA� spagnolaa�?, che fino al prossimo 25 gennaio A? ospitata a Palazzo Strozzi di Firenze che accoglie circa 90 opere della produzione di Picasso, artefice del ponte tra realtA� e surrealtA�, e di altri autori, tra cui non si puA? non citare anche MirA?. Nella��affascinante location di Firenze, tra le opere esposte ho potuto ammirare celebri capolavori, come a�?Il pittore e la modellaa�?, a�?Il ritratto di Dora Maara�?, a�?Testa di cavalloa�? e altri disegni preparatori per la celeberrima a�?Guernicaa�?.
Ma perchA� in una rubrica dedicata alla fotografia, che dovrebbe approfondire autori storici e far conoscere fotografi meno conosciuti, proprio al suo primo appuntamento esordisce parlando di un pittore? Non certo per disquisire su quello che, da Niepce a Daguerre in poi, A? stato definito il rapporto conflittuale tra fotografia e pittura, argomento che del resto mi riprometto di trattare in uno dei nostri prossimi incontri.
La visita a questa rassegna mi ha dato spunto per parlare di Andre Villers, fotografo che ho conosciuto personalmente nel 2004 in occasione della sua interessante mostra a�?Picasso e altri ritrattia�? presso la Galleria Ta Matete di Roma. Se si parla di Picasso, si puA? anche citare Andre Villers, magari come sola nota a margine, ma se si parla di Andre Villers A? imprescindibile nominare e intrattenersi parlando del grande maestro Picasso. Villers, nato in Francia nel 1930, nella piccola cittadina di Beaucourt, appena ristabilitosi, nel 1951, dal grave problema di decalcificazione ossea che lo vide costretto ad un ricovero presso la��ospedale di Vallauris per ben otto anni, cinque dei quali completamente a letto, frequenta il suo primo corso di fotografia. Solo due anni dopo ritrae Pablo Picasso a Vallauris, paesino della Provenza celebre per le ceramiche, dove Picasso soggiornA? per dedicarsi proprio alla ceramica. Villers ricevette in dono dal pittore, ormai famoso, una Rolleiflex, e tra i due nacque un rapporto di reciproca stima e collaborazione. Il suo genio inventivo, la sua creativitA� e, non per ultima, la conoscenza della personalitA� del pittore, portarono Villers a creare innumerevoli, originali e ben riusciti ritratti. In poco tempo divenne il ritrattista ufficiale di Picasso, immortalato sia nella sua vita privata che in occasione di eventi pubblici. Villers A? la��ennesimo ritrattista presente nella folta schiera dei fotografi che si dedicano a questo genere, ma i suoi ritratti hanno una diversa chiave di lettura. Personalmente ritengo infatti che le sue immagini siano tra le piA? riuscite sintesi tra identificazione della��artista personaggio e il suo lavoro, anche se A? da��obbligo un rimando a Philippe Halsman e al suo famoso ritratto di Salvador DalA�. Da ricordare che alle fotografie di Villiers lavorA? anche lo stesso Picasso che ne ritagliA? un centinaio prima di farle riprendere nuovamente da lui. Trenta di questi riusciti esperimenti fotografici e montaggi, che dimostrano il genio inventivo di Picasso anche in tema fotografico, furono pubblicati a Parigi da Berggruen nel 1962 sotto il titolo a�?Diurnesa�? e accompagnate da un testo di Jacques Prevert.
Grazie alla stretta collaborazione ed alla ormai collaudata amicizia, Andre Villers fu introdotto da Picasso nel mondo artistico internazionale ed ebbe occasione di lavorare accanto a PrA?vert, Cocteau, Leo FerrA?, Brassai, Doisneau e di ritrarre anche molti altri esponenti della cultura europea, quali MirA?, Guttuso, Arp e Max Ernst.
Le sue stampe, nel classico bianco-nero, sono di ottima fattura, anche se la qualitA� tecnica non A? il suo obiettivo primario. Lui stesso nel 1953 afferma: a�?Ottenere delle buone stampe qualche volta mi appassiona, ma non A? la mia principale preoccupazione: le colate di colori su certi quadri di Picasso mi hanno insegnato che non bisognava soffermarsi troppo, perdere tempo con i ricami, ma passare subito a qualcosa��altro.a�?
Vive a Mougins.