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“AIDE MEMOIRE”
ANCHE LA DANZA NEL PRGETTO MEMORIA

kibutz1Anche la danza nel progetto memoria: con Aide Memoire al Teatro Sociale, domenica 24 gennaio 2010, alle ore 20.30, si danzaA� con la Kibbutz Contemporary Dance Company.

Ca��A? una stagione per ogni cosa, un tempo per ogni proposito sotto il cielo. Un tempo per portare il lutto, un tempo per il silenzio, un tempo per parlare, un tempo per la guerra, un tempo per la pacea�?.

Inizia cosA�, con una citazione biblica dal libro del Kohelet della��Antico Testamento, Aide Memoire (Aiuto alla memoria) di Rami Bea��er per la sua Kibbutz Contemporary Dance Company. Ea�� una voce di donna a recitare queste parole mentre in sottofondo si odono rumori di ferraglia: il passaggio di un treno. Che impatto! Che immediate associazioni! La��Olocausto, il tema di questa piA?ce, diviene subito evidente. Eppure in Aide Memoire oltre al tempo del dramma ca��A? un tempo della danza.

Filtrata da una magistrale arte del movimento, da una messa in scena astratta e al tempo stesso evocativa, la Shoah non viene descritta dal coreografo israeliano, ma trascritta, richiamata alla mente attraverso la memoria dalle generazioni successive. Tra evocazione e rabbia, commozione e poesia, Bea��er crea un inflessibile ritratto di quel ripugnante periodo storico attraverso fantasmagoriche immagini di paura, disperazione, coercizione, potenti quadri visivi e sonori che trasmettono con prepotenza la��indelebile sofferenza, lo spirito di sopportazione, la tensione alla sopravvivenza del genere umano. Lo fa incarnando tutto nella forza della danza (soprattutto di gruppo) ondivaga tra stati di tensione e rilassamento e coadiuvato dal collage musicale del fedele Alex Claude che incorpora brani di Dowland, Laibach, Stockhausen e Kronos Quartet. Lo fa confrontandosi con un magistrale allestimento scenico (curato in prima persona come il disegno luci) in continua trasformazione: un fondale costituito da una serie di sette pannelli uguali, ciascuno con una fessura, alternativamente utilizzati come scale, pareti da arrampicata per lunghe, toccanti, processioni nel vuoto, tamburi per sfogare la rabbia. Pannelli che rimandano anche ai terribili vagoni dei treni da deportazione e agli stanzoni con le agghiaccianti docce per la a�?pulizia etnicaa��. La disperazione A? tale che in certi momenti i danzatori sembrano essere parte integrante di quel muro, fissati ad esso come bassorilievi. E in effetti quel muro, che A? la��orizzonte fisico del palcoscenico per gli spettatori, A? in primo luogo la��orizzonte mentale della memoria, dietro il quale spariscono, tra un interstizio e la��altro, i corpi lentamente.

Uno spettacolo per ricordare che a�?ca��A? una stagione per ogni cosaa��a�?, che certi errori non si possono piA? ripetere, e che ora A? il Tempo della Pace. Come chiosa, ritornando a citare la Bibbia, il nostro autore.

Rami Bea��er: nato in una famiglia di musicisti nel kibbutz di Gaa��aton nella Galilea occidentale, Bea��er ha iniziato giovanissimo a studiare violoncello e piA? tardi la danza con Yehudit Arnon, cecoslovacca sopravvissuta ai campi di concentramento, fondatrice nel 1970 della Kibbutz Contemporary Dance Company. Con la compagnia della Arnon Rami Bea��er muove i primi passi come danzatore al termine del servizio militare nel 1980, e subito avvia parallelamente la��attivitA� coreografica. Per la Kibbutz Contemporary Dance Company, che dirige ormai da tredici anni, ha dato alla luce piA? di quaranta titoli se si contano anche quelli realizzati per la a�?seconda compagniaa��, la Kibbutz Contemporary Dance Company Ensemble, nata nel 1994 con lo scopo di produrre spettacoli di danza per la��infanzia e le famiglie.
Ballerini: Renana Randy, Nir Even-Shoham, Daniel Ohn, Itzik Amar, Yuko Harada, Shay Partush, Oryan Yohanan, Dana Raz, Oz Mulay, Lotem Regev, Shani Cohen, Charlotte van den Reek, Dorry Aben, Etai Peri, Coreena Fraiman, Rinat Riss, Sergei Zak,

Durata: 70 minuti

Coreografia, Rami Bea��er
Musiche Dowland, Laibach, Stochaussen, Kronos Quartet
Suono Alex Claude, Rami Be’er
Disegno Luci Rami Be’er
Costumi Lilah Hazbani, Efrat Roded

Per maggiori informazioni:
Centro Servizi Culturali Santa Chiara

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