È uno sguardo a 360 gradi quello che Oriente Occidente propone oggi, venerdì 8 settembre, in grado di spaziare non solo sull’Africa e sull’Europa ma di spingersi anche a Oriente lungo sottili e originali vie tracciate questa volta dalla musica oltre che dalla danza.
Alle ore 18.30, nella cornice di Piazza Loreto ritorna l’Hip Hop Performance di Karim Amghar e Olè Khamchanla e della Compagnie A’Corps (di cui abbiamo parlato ieri) che riunisce, tra danzatori e coreografi, paesi come Laos, Algeria e Francia.
Il Teatro alla Cartiera di Rovereto ospita, alle ore 21 Bharata Bach, spettacolo della danzatrice indiana Maria Kiran che passa dal sacro al sacro, indiano o cristiano, dal Bharata Natyam a Bach, attraverso il claviorgano e in compagnia di un “ippogrifo” musicale che unisce un organo a un clavicembalo. Selezionate da Milena Salvini e rielaborate da Claudio Brizi, le musiche bachiane che accompagnano il recital di Maria-Kiran – giovane virtuosa che ha studiato con i maggiori maestri nel suo Paese d’origine e in particolare con Vidya, la coreografa di questa liturgia spettacolare – trovano nell’alchimia sonora del claviorgano un sostegno ideale.
Un saggio di coreografia liturgica intitolato Bharata Bach e ideato dall’italiana Milena Salvini a capo del Centre Mandapa di Parigi (un luogo di culto della danza indiana). Danzato dalla venticinquenne Maria-Kiran e suonato da Claudio Brizi che dell’originale strumento (claviorgano) è anche il progettista e dal violinista/violista Giovanni Borrelli, lo spettacolo si propone di unire e far incontrare culture lontane seguendo più che mai il taglio dell’edizione 2006 di Oriente Occidente.
India, Italia e Francia si schierano così e seguono la stessa strada sposando la più nobile delle sei danze classiche indiane (oltre al Bharata Natyam: il Kathakali, il Kathak, il Manipuri, il Mohini Attam e l’Orissi) alla musica sublime di Bach per la via di quella comune tensione verso lo spirito e l’amore di Dio che almeno teoricamente accomuna proprio il Bharata Natyam – creata per divina ispirazione dal leggendario Bharatamuni – alla musica sacra del grande musicista di Eisenach.