venerdì , 22 Novembre 2024

Il lato b della��informazione
FILM IN 3D: PUBBLICO, CINEMA E OPTOMETRISTA A CONFRONTO

occhiali3dIl binomio film e pop corn sembra ormai destinato a dover includere un terzo elemento che si sta imponendo prepotentemente nelle sale cinematografiche: gli occhiali 3D, che permettono di vedere le immagini in profonditA� anche su schermo piatto.

Multisala Modena di Trento. La sala A? stracolma a tal punto che gli ultimi arrivati sono disposti addirittura a rimanere seduti sulle scale pur di non perdersi “Alice in Wonderland“. Con delle salviettine due ragazze puliscono accuratamente gli occhiali 3D che sono stati consegnati loro all’entrata, sicuramente informate sui rischi sollevati dal Codacons circa la trasmissione di infezioni e malattie dovuti al passaggio dello stesso paio di occhiali di spettatore in spettatore. Il 17 febbraio 2010 il Ministero della Salute ha inviato una nota informativa a tutti i gestori delle sale cinematografiche italiane invitandoli a disinfettare gli occhiali 3D dopo ogni singolo utilizzo. Inoltre, si legge dal comunicato stampa n.49 del Ministero della Salute, “la situazione continua ad essere monitorata da questo Ministero e dai Nas che hanno giA� effettuato oltre 7000 sequestri di occhiali 3D che presentavano etichettature irregolari” (ovvero non a marchio CE, ndr).

Ho letto su Yahoo dei problemi di mal di testa e igiene legati agli occhiali 3D racconta Martina, studentessa di Giurisprudenza, “ed entrando al cinema mi sono posta il problema, visto che quelli che ho in mano non sono monouso…“. Giovanna, che di lavoro fa l’infermiera, non condivide affatto questo pensiero: “La gente A? paranoica! Allora bisognerebbe disinfettare anche i divanetti dove stiamo appoggiando adesso la testa… per non parlare degli autobus!“. Anche Mattia, ricercatore alla FacoltA� di Giurisprudenza, A? convinto che si tratti di un’esagerazione, “A? molto piA? probabile prendere i pidocchi dalla poltrona del cinema piuttosto che dall’occhiale” e Valerio, studente di Lettere, ironizza domandandosi “non so quali gravi malattie si possano trasmettere dalla stanghetta di un occhiale!“.

Massimo Lazzeri, titolare del Multisala Modena, afferma che nessuno ha mai lamentato problemi di alcun tipo dopo aver visto un film in 3D. Al contrario, sembra che proprio il cinema tridimensionale abbia riportato molta gente in sala. “In ogni caso – assicura Lazzeri – tra una proiezione e l’altra c’A? un turn-over totale che ci da il tempo di igienizzare gli occhiali 3D con un liquido disinfettante e con delle salviettine. Inoltre, per velocizzare e migliorare il processo, abbiamo intenzione di acquistare una lavastoviglie sanificante“. Per fugare ogni dubbio sulla qualitA� degli occhiali 3D usati dal circuito di Trento, non si A? badato a spese: “Abbiamo scelto di adottare la miglior tecnologia dotandoci di occhiali 3D di tipo “attivo”, e non passivo. I primi si sincronizzano con il proiettore tramite infrarossi continuando ad aprirsi e a chiudersi per creare la visione 3D in maniera impercettibile. Allo stesso modo, il proiettore a triplo flash A? formato da tre aperture che affaticano meno la vista“.

Per avere un parere tecnico e qualificato, il Dottor Guido De Martini, optometrista dell’Ottica Gecele di Trento, ci spiega cosa succede all’occhio quando guardiamo un film con gli occhiali in 3D e se sono possibili effetti collaterali neurologici e fisici. “La visione stereostopica, ovvero quella che comprende anche la profonditA� e la tridimensionalitA� delle cose, A? la prassi per il cervello. L’occhiale 3D sfrutta quindi una capacitA� della vista giA� esistente, che viene semplicemente amplificata. Di fatto, perA?, non si viene a creare nessun tipo di visione artificiale. L’uso di questo strumento non sconvolge l’apparato visivo, al massimo puA? affaticare quello di persone che hanno dei difetti visivi di un certo spessore; in ogni caso, si tratta di un affaticamento paragonabile all’uso del cannocchiale“. Per quanto riguarda la trasmissione di malattie di occhi, cute e capelli De Martini A? molto chiaro: “Partiamo dal presupposto che pulire gli occhiali 3D assicura certamente una maggiore igiene; nonostante ciA?, escludo che si possano manifestare delle congiuntiviti virali, al massimo quelle batteriche, ma anche questo caso A? remoto. Infatti, se l’occhiale rimane inutilizzato anche solo per mezz’ora, la presenza di batteri diminuisce drasticamente.” E il commento al caso della bambina di 3 anni che dopo aver visto “Alice in Wonderland” ha manifestato una congiuntivite acuta inducendo infine il Ministero della Salute a controindicare l’uso degli occhiali 3D sotto i 6 anni (vedi la Circolare del 17 marzo 2010) ? “A quell’etA� i bambini appoggiano le mani ovunque e poi si toccano gli occhi…difficile che sia stata colpa dell’occhiale. Gli optometristi usano gli occhiali 3D per l’esame visivo di routine nei bambini…se fossero realmente dannosi e pericolosi non li useremmo di certo.”

Martina Bridi

Vedi anche

Al Muse appuntamenti per i più piccoli tra pipistrelli e mammiferi

Fino al 4 novembre 2018 al MUSE gli appuntamenti per i più piccoli assolutamete da …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *